Firenze, 16 marzo 2025 – "Il messaggio di questa alluvione? Che le opere dell’uomo hanno consentito di contrastare la furia della natura. C’è del lavoro da fare ma nessuno verrà lasciato indietro": è la promessa del governatore Eugenio Giani. E infatti già di parla dei primi rimborsi che potrebbero arrivare.
Ieri un solicchio timido ha cominciato a farsi largo tra i nuvoloni antracite nel cielo di Firenze. Ancora bagnata, fradicia, dalle centinaia di millimetri di pioggia caduta come una cascata amazzonica nelle ultime 48 ore. Ma il peggio è passato. Dopo la grande paura è partita la conta dei danni. In milioni di euro, beninteso. Nessuna vittima per fortuna, ma sfollati, famiglie evacuate e isolate da una viabilità franata restano il bollettino di guerra impietoso sofferto dall’area metropolitana. Con la protezione civile del Comune di Firenze che si è trovata a gestire tra venerdì e sabato circa 2.500 chiamate di soccorso (15 squadre operative con 30 volontari coinvolti, 70 segnalazioni, 80 interventi).
"Ci siamo trovati a dover fronteggiare una situazione straordinaria – ha ammesso la sindaca Sara Funaro nell’ormai consueto briefing delle 13.30 coi cronisti nel quartier generale della Protezione Civile all’Olmetello –. Si è creata negli affluenti una situazione che non si verificava dal 1966. Vista la portata degli eventi atmosferici, la situazione nel suo complesso è stata gestita nel migliore dei modi. Ma dobbiamo interrogarci sul fatto che anche aumentando risorse e investimenti su infrastrutture, oggi ci troviamo di fronte a dei cambiamenti climatici radicali". L’Arno, l’osservato speciale di questa ondata di piogge no stop, ha retto, non ha mai raggiunto la soglia di non ritorno dei 5,50 metri, ha oltrepassato i 4 nel punto di colmo e scollinato il secondo livello di guardia. Per poi sgonfiarsi ai 3,87 metri alle 7.30 di ieri mattina, fino ai 3,18 di metà giornata. E’ scattato il declassamento dell’allerta meteo, da rossa a arancione, fino all’attuale gialla.
Tutt’altro discorso fuori dal perimetro cittadino. È l’hinterland ad aver subito la mazzata più dura. Sesto, Campi, Calenzano, il Valdarno, la Valdisieve, il Mugello hanno patito allagamenti e frane. Su richiesta del governatore al ministro Musumeci, da Torino è partita la colonna mobile della protezione civile della Regione Piemonte incaricata di prestare assistenza alla comunità di Sesto. Il governatore Giani non ha esitato a chiedere al governo il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale, "per garantire interventi rapidi alle comunità allo stremo", consapevole al contempo del lavoro di prevenzione al dissesto idrogeologico con un blocco di impianti (dal Bilancino allo Scolmatore di Pontedera alla cassa di espansione di Roffia, che ha scongiurato vittime e ma non ulteriori lacerazioni a un territorio già ferito da alluvioni precedenti) che ha scongiurato vittime e ma non ulteriori lacerazioni a un territorio già ferito da alluvioni precedenti. "La Sieve è indubbiamente il fiume che ha creato più danni – rileva Giani al termine di un suo sopralluogo tra la Valdisieve e il Mugello –. Mentre il Rimaggio di Sesto attraversa il paese ed è probabile che legni e detriti abbiano occluso uno dei due ponti. Fare una stima dei danni ad oggi è difficile, ma considerando la cinquantina di Comuni coinvolti e dai sopralluoghi che ho fatto direi, da una primisssima valutazione, che siamo sopra i 100 milioni di euro di cui la metà nell’area metropolitana fiorentina. Solo a Rufina, ad esempio, ne serviranno almeno tre".
In arrivo quindi un decreto ristori sulla scia della legge regionale 51 sulle ‘misure urgenti a sostegno delle comunità colpite da eventi emergenziali’? "Sì, ho deciso di far slittare di una settimana la variazione di bilancio per la Toscana diffusa e il comparto moda, per recuperare risorse con ristori da 3mila euro a famiglia come per gli alluvionati di Campi e quelle di ottobre 2024 – continua Giani – Incontrerò in Sala Pegaso il direttore della Protezione Civile a cui chiederò, insieme al ministro Musumeci, anche la semplificazione delle procedure per sbloccare celermente le risorse come avviene per quelle nazionali".