Più nubi che sereno con il lusso perfino di una frattura interna nonostante i numeri risicati. Il clima all’interno del M5 – sia a livello comunale che in Regione– sta diventando giorno dopo giorno sempre più infuocato. Critiche, malelingue in azione. dissidi interni: per la coordinatrice pentastellata Irene Galletti non è facile gestire la situazione. Pesa e parecchio il quadro di incertezza nazionale: il caos Beppe Grillo-Giuseppe Conte prima, la bufera della governatrice sarda Alessandra Todde adesso che minano gli equilibri fragili del Movimento.
Con tutti questi presupposti in Toscana sembra lontano il risultato delle Regionali del 2020 quando il M5s – proprio Galletti era candidata a presidente della Regione – portò a casa oltre 113mila voti: un 7% interessante. Altri tempi. Ora lo scenario è a zig zag e a Palazzo Vecchio la fa da padrone Lorenzo Masi, giá candidato sindaco alle amministrative del giugno scorso, che ha cercato per mesi l’accordo col Pd di Sara Funaro, salvo poi correre in solitaria e ottenere un non entusiasmante 3.5%.
In Consiglio regionale, oltre a Galletti, c’è Silvia Noferi. Fonti ben informate sottolineano che i problemi sono numerosi: intanto tra Galletti e Noferi non é mai scattato il feeling e qualcuno maligna che le due nemmeno si salutino. Quando si è trattato di far il bene del M5s le due, è sta- to fatto notare, "hanno lavorato insieme, anteponendo il Movimento ad altre questioni", ma è evidente che ormai da mesi la situazione sia tesa. E le Regionali e il campo largo sembrano quantomas alle porte con un Grani bis sempre più solido.
Lo stesso si può dire per Palazzo Vecchio: l’ex capogruppo Roberto De Blasi non ha digerito il modo con cui Masi si è preso la scena. Quest’ultimo – abile a livello comunicativo e a far passare i propri messaggi ai giusti destinatari – ha fatto più volte rifermento ai temi di strategie, alleanze. In particolare strizzando l’occhio ai Dem. "Si, ma a che ti tolo? Parla a livello personale. Non può parlare a nome del Movimento in Toscana perché non decide lui", è stato fatto notare da esponenti del M5s. "E poi il presidente Conte ha già interlo cutori in Toscana, conosce già la situazione e quello che acca- de. Il confronto è continuo", la tesi di qualcuno interno al M5s. Situazione effervescente. Con l’aggravante che manca la tranquillità a livello nazionale.
Cosa farà allora il M5s in Toscana? E’ sempre stato distante dall Pd locale, ma ha invece trovato l’intesa altrove con i dem. in Emilia Romagna e in Umbria, un modello risultato vincente. "Conta l’anima ancor più che le alleanze, conta non perderla l’anima", è la posizione che va per la maggiore.
Questo significa che le intenzioni del presidente Eugenio Giani – candidato per il centrosinistra – a comporre una coalizione larghissima (ancor più larga di quella che ha visto Funaro vincere a Firenze) possono trovare ostacoli nei tesissimi rapporti del triangolo Avs, lv e M5s? Oppure per assurdo delle facilitazioni, viste le tante anime pentestellate in Toscana.
Un triangolo dove tutti parlano male di tutti e dove i Cinque Stelle – specie su alcuni temi come lo sviluppo dell’aeroporto di Peretola – non hanno alcuna in tenzione di scendere a compromessi. Certo l’input dei fedelissimi di Conte è quello di evitare ogni minima fuga in avanti: se si è chiuso un occhio a Firenze con Masi, anche perché di appoggi in quella fase lui ne aveva e quindi era comunque impossibile far finta di niente, lo stesso non avverrà alle Regionali.
Niccolò Gramigni