EMANUELE BALDI
Cronaca

Cioni e ’Quelli del ’29’: "La nostra città a pezzi. Vi aiutiamo a salvarla"

Lo Sceriffo, con ex politici e magistrati, lancia una sfida per il rilancio "Gestimmo noi Firenze, un dolore vederla in declino. Pronti a collaborare".

Cioni e ’Quelli del ’29’: "La nostra città a pezzi. Vi aiutiamo a salvarla"

Graziano Cioni, ex senatore, con Michele Ventura, già ministro del Pd, nel 1990

Si sono autoribattezzati, per il momento, ’Quelli del 29’. Che – benché qualche capello bianco in testa ce l’abbiano già da un pezzo – non è da intendersi come riferimento anagrafico, bensì alla prima data, il 29 di questo mese appunto, in cui loro, "personaggi che hanno gestito Firenze, e che offrono la loro esperienza a titolo “gratuito” per scuotere quanti oggi occupano le loro stesse posizioni di governo, politico e non solo" si sono dati appuntamento nella Sala del Pegaso della Regione Toscana. Il peso specifico dei nomi al tavolo è di tutto rispetto.

Ci saranno, tra gli altri, l’ex assessore alla sicurezza lo ’Sceriffo’ Graziano Cioni, Giovanni Pallanti, vicesindaco alla fine degli anni’80, Tea Albini, ex parlamentare e ’madrina’ del primo restyling del Franchi in occasione di Italia ’90. E poi l’ex magistrato Piero Tony, Franco Camarlinghi, politico di lungo corso e scrittore, il giornalista Marcello Mancini e l’ex ministro Michele Ventura. Un filotto di pesi massimi di un passato recente che faranno quadrato perché "non la fanno ad assistere impotenti e in silenzio al declino della città di cui sono stati responsabili a vario titolo fino a una quindicina di anni fa".

Nessuna velleità politica dietro l’operazione, ma "solo sincere e disinteressate intenzioni, e uno spirito di ribellione costruttiva" da intendersi "non ’contro’ ma ’con’" l’attuale classe dirigente fiorentina.

Una sorta di lectio magistralis dei ’grandi vecchi’ della città – sia letto senza offesa ma come omaggio all’esperienza – alle nuove leve del governo fiorentino. Non a caso le istituzioni tutte, in primis la sindaca Sara Funaor, sono invitate all’incontro di "ex assessori, ex amministratori, ex tutori dell’ordine, ex magistrati" che oggi "invocano il diritto alla sicurezza, che significa vivere la propria città senza la paura di essere aggredito o molestato, il diritto di andare a lavorare sicuro che siano state prese tutte le misure che impediscano che il lavoro si trasformi in una trappola mortale, l’obiettivo di fermare la strage quotidiana che si consuma sulle strade violando il Codice della strada".

Per il momento si parlerà forse del dente che più duole in città, la sicurezza, un "diritto universale, né di destra né di sinistra" che è "sancito nella Costituzione ma che vede "l’impegno degli eletti a contrastare i reati, le violenze e le illegalità si non sempre all’altezza", "come se gli eletti fossero inconsapevoli delle responsabilità che derivano dalla carica che hanno assunto".

L’appuntamento è dunque per il 29 novembre alle 17, Palazzo Sacrati Strozzi in piazza del Duomo 10 per "colmare – dicono gli organizzatori – con la chiamata a raccolta dei cittadini disarmati e anche alla presenza delle istituzioni che hanno gli strumenti e le forze per reagire" quel "vuoto provocato dal senso di abbandono istituzionale e dal distacco tra le autorità e la comunità".