REDAZIONE FIRENZE

Cisterna del gasolio ribaltata. Arpat al lavoro sul Santerno

Operazioni di Arpat per evitare contaminazione da idrocarburi dopo incidente di camion cisterna a Firenzuola. Interventi di pulizia e riapertura strada effettuati con successo.

Erano ancora in corso nella giornata di ieri, nell’alta valle del Santerno, le operazioni di Arpat, Agenzia regionale per la protezione ambientale, per scongiurare una contaminazione da idrocarburi dopo che, nel primo pomeriggio di lunedì, un camion cisterna che trasportava gasolio è rimasto coinvolto in un incidente stradale sulla strada statale 65 della Futa, ribaltandosi nel tratto tra il passo e la frazione di Traversa. Incidente nel quale il mezzo ha perso una parte del suo carico, stimata in circa 7 mila litri. In particolare, tenendo conto della velocità di deflusso delle acque dal punto dello sversamento, i tecnici di Arpat hanno fatto installare materiale assorbente per gli idrocarburi nel tratto del fiume lungo la provinciale 116, in località Ponte dell’Alberaccio, subito a valle di Cornacchiaia ed a monte dell’abitato di Firenzuola. Hanno inoltre avvisato il Comune e la sezione di Imola di ARPA Emilia-Romagna per il necessario coordinamento nella gestione dell’emergenza. Al momento dell’incidente, lo ricordiamo, il primo intervento di gestione ambientale è stato garantito dai Vigili del Fuoco di Firenze, distaccamento di Barberino di Mugello, che hanno contribuito in maniera fondamentale a mettere in sicurezza lo scenario, affiancati poi dal personale del nucleo Nucleare, Biologico, Chimico e Radiologico e dall’autogru dal distaccamento di Firenze Ovest.

Poi, nella notte tra lunedì e martedì, i tecnici Anas e delle ditte specializzate hanno provveduto anche a pulire la strada ed il terreno immediatamente circostante, rendendo possibile la riapertura del traffico già nella mattinata di ieri. Il punto dell’incidente, lo ricordiamo, si trova vicino al primo tratto del percorso del fiume Santerno, che nasce proprio nei pressi del passo della Futa. E l’ingente quantità di idrocarburi sversata sarebbe arrivata alle sue acque finendo prima in alcuni canali di scolo e poi nel reticolo idrografico del fiume, che comunque nel tratto in questione è anch’esso poco più di un torrente di piccole dimensioni.

Nicola di Renzone