REDAZIONE FIRENZE

Classe I B Scuola secondaria di primo grado Papini-Firenze

L’incontro nelle scuole di culture differenti e il processo di inclusione: le varie abitudini e il lessico migratorio

Classe I B Scuola secondaria di primo grado Papini-Firenze

Il termine “intercultura” è un neologismo di origine inglese e spagnola. Questa parola indica “un insieme di attività dirette a favorire la conoscenza e l’incontro fra culture diverse” o, piùprecisamente, un insieme di iniziative relative al campo della scuola e dell’educazione “per sviluppare nei giovani la conoscenza di culture e modi di vita diversi dal loro”.

Intercultura a scuola significa dialogo e confronto tra le diverse culture per tutti gli alunni. Secondo il rapporto ministeriale più recente, circa il 10% della popolazione scolastica è di origine

migratoria: la maggior parte sono studenti di seconda generazione (nati in Italia da genitori immigrati) e quasi la metà sono di cittadinanza europea. Quasi ogni giorno, in Italia, a causa della guerra o per altri motivi, arrivano molti bambini da altri Paesi come Romania, Albania, Nord

Africa, Sud America, Ucraina. Le scuole forniscono loro un programma personalizzato e, per facilitare il loro inserimento, sono attivati percorsi di alfabetizzazione L2. Il termine italiano L2 indica la seconda lingua che i ragazzi arrivati da altri Paesi imparano nelle scuole italiane. Sono da considerare “NAI” (Nuovi Arrivati in Italia) gli alunni che non parlano italiano o lo parlano poco, oppure quelli inseriti a scuola da meno di due anni. Nonostante i progetti inclusivi centrati sull’intercultura, le difficoltà ci sono ancora: i dati del Ministero ci dicono che il ritardo scolastico per i ragazzi immigrati è quasi del 30%, mentre fra gli italiani questo ritardo non raggiunge il 9%.

La diversità non risiede però solo in una lingua diversa, ma riguarda più in generale abitudini, tradizioni, modi di affrontare gli impegni scolastici o familiari. Proprio grazie a questa diversità, anche i ragazzi italiani hanno la possibilità di conoscere più da vicino i comportamenti, le tradizioni e persino i problemi che i loro coetanei con origine migratoria devono affrontare. La diversità è un’occasione di arricchimento, un’esperienza da cogliere nel quotidiano come un vero e proprio valore e ci aiuta a capire meglio le idee altrui attraverso la conoscenza e lo stare insieme. Senza diversità saremmo tutti uguali: professeremmo la stessa religione, parleremo la stessa lingua e i modi di affrontare le difficoltà sarebbero tutti uguali. Grazie alla diversità ognuno di noi è unico: neanche un clone riuscirebbe a essere uguale a ogni persona che popola questo pianeta.