Gurrieri
Diego Salvadori è uno dei più giovani docenti della Facoltà di Lettere del nostro Ateneo. Ha condotto il primo riordinamento del fondo archivistico di Claudio Magris nell’Archivio Contemporaneo del Vieusseux in Palazzo Corsini Suarez intitolato ad Alessandro Bonsanti (che lo immaginò e lo avviò, facendone uno dei più prestigiosi del nostro Paese). Ha inoltre curato la bibliografia essenziale per il secondo volume delle ‘Opere’ (2021) di Magris edito per i Meridiani Mondadori. Esce ora, nella collana Treccani Libri, un suo prezioso succinto volume su Magris Narrativa che scava e argomenta su Magris e la narrativa moderna: tema che lo scrittore e intellettuale triestino affrontò già nell’Enciclopedia del ’900.
Salvadori, specializzato in letterature comparate, ci propone una riflessione e un importante approfondimento critico su alcuni passaggi capitali della narrativa di Magris. Preziosa la sua Introduzione ‘Claudio Magris, da Trieste al Mar Nero: un’avventura romanzesca delle idee’, dove sono individuati gli autori delle prime feconde sollecitazioni nella formazione, dal suo primo articolo del 1957 al suo ultimo nella ininterrotta collaborazione al Corriere. "Una tensione quella di Magris – ci dice Salvadori – che vede la letteratura legarsi ai vasi comunicanti della società e della storia in una irriducibile osmosi". C’è una natura ibrida e proteiforme nella scrittura di Magris, dove la corda narrativa e la corda saggistica si nutrono reciprocamente, come se il romanziere e il critico fossero incapsulati l’uno nell’altro. Il romanzo diviene saggio e il saggio avventura romanzesca delle idee. Insomma, un utile volume questo della Treccani (che si rifà al materiale dell’archivio fiorentino), per aiutare a capire il crepuscolo della temperie contemporanea. E per ripercorrere la scrittura, da Mann a Musil, da Woolf a Joyce, a Svevo.