DIMANUELA PLASTINA
Cronaca

C.M. Cantini: protesta contro il licenziamento collettivo di 9 dipendenti

La storica azienda di Vallina avvia licenziamenti per crisi moda. Sindacati e Comune cercano soluzioni alternative.

Rabbia per nove licenziamenti: "Ora una soluzione per i lavoratori"

La storica azienda di Vallina avvia licenziamenti per crisi moda. Sindacati e Comune cercano soluzioni alternative.

di Manuela Plastina

È passato anche il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Pignotti a salutare i lavoratori della C.M. Cantini nello sciopero con protesta davanti alla sede di Vallina.

La storica azienda che realizza trattamenti galvanici su minuteria metallica per pelletteria, calzature e abbigliamento d’alta moda, servendo le maggiori firme italiane e internazionali, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 9 dei suoi 25 dipendenti (tra i quali un apprendista, che ha già, però, dato le dimissioni).

Il motivo ufficiale è la crisi del settore moda e le attuali condizioni economico-finanziarie molto precarie. Ma, lamentano i sindacati territoriali dei metalmeccanici uniti e di cui fanno parte Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, "nonostante la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali come il contratto di solidarietà (avendo esaurito i fondi della cassa integrazione), suggeriti anche dall’agenzia Arti, la proprietà ha risposto con una “oggettiva impossibilità“, senza alcun elemento oggettivo a sostegno di questa scelta" ricorda Massimiliano Rossi, funzionario Valdarno Valdisieve e Chianti della Fiom Cgil.

Pignotti ha portato la propria solidarietà ai lavoratori: "Come amministrazione faremo tutto il possibile per arrivare a una soluzione che tuteli al massimo i loro diritti e la produzione. Una crisi aziendale è una preoccupazione per tutto il territorio".

È passata da Vallina anche una delegazione del Pd guidata dal segretario comunale Andrea Bencini.

Domani alle 11 è in programma il tavolo per l’unità di crisi in Regione. "In quella sede speriamo che l’azienda ci ripensi e accetti una soluzione come la solidarietà che permetterebbe di andare avanti con la stessa forza lavoro per 12 mesi, sperando di superare la crisi" dice Rossi, ma che non sembra particolarmente ottimista.

"Finora non hanno sentito ragioni e Confindustria ai passati incontri è rimasta in silenzio, nonostante gli affidamenti e i protocolli d’intesa firmati per affrontare la crisi con l’utilizzo degli ammortizzatori e non con gli esuberi".

Da parte dell’azienda, aggiunge Federica Montaghi della Unione Italiana Lavoratori Metalmeccanici di Firenze e Arezzo, "c’è dell’incoerenza: è storica, ha un giro di fornitori che sta mantenendo, continua a lavorare. Questa procedura di licenziamento collettivo non ha fondamento".

All’incontro di domani in Regione, a cui parteciperà anche il Comune, "chiederemo di ritirare la procedure e di aprire una crisi momentanea con impegni da sottoscrivere al tavolo regionale". Scelte di questo tipo, sottolinea Federica Montaghi, "rischiano di creare precedenti molto pericolosi sul territorio".