
Andamento lento per la messa in regola delle strutture destinate ad affitti brevi in città. Ad oggi risultano dotate di...
Andamento lento per la messa in regola delle strutture destinate ad affitti brevi in città. Ad oggi risultano dotate di Cin – il codice identificativo nazionale obbligatori dal 1° gennaio – ’solo’ 17.487 su 22.514, pari al 77,67% del totale. Il dato assume un significato particolare alla luce del fatto che circa due settimane fa, secondo i dati del portale del ministero del turismo, i Cin rilasciati sono erano 16.993, il 76,99%.
Firenze è sia in ’ritardo’ rispetto alla media toscana che è sopra l’83,5% che nei confronti delle altre città turistiche. Roma, per dire, è al 79,7%, Verona all’89,6%, Venezia addirittura al 91,2%. La più virtuosa in tal senso risulta Napoli, con il 92% di Cin regolarmente registrati.
Una situazione in itinere dunque in riva all’Arno con la spada di Damocle delle sanzioni previste per gli inadempianti, da 500 a 5.000 euro in relazione alle dimensioni della struttura o dell’immobile, per ciascuna struttura o unità immobiliare per cui è accertata la violazione.
Ma questi sono anche le ultime ore per mettersi in regola con la questione keybox. La scorsa settimana è infatti passata in Consiglio comunale, non senza maldipancia anche in seno alla maggioranza di Palazzo Vecchio (23 sì, 4 contrari, 4 astenuti e 4 non votanti) la delibera 99 che impone di fatto un nuovo giro di vite sui meccanismi di self check-in dei turisti mordi e fuggi che si affidano agli affitti brevi per visitare Firenze.