REDAZIONE FIRENZE

Coin Firenze, lavoratrici in stato di agitazione per trasferimento a Campi e Sesto

Filcams Cgil e e Uiltucs: “Decisione inspiegabile rispetto agli impegni presi e contraria ai principi di correttezza”

Quando la Coin era in via Calzaiuoli

Firenze, 5 agosto 2023 – Le circa 50 lavoratrici della Coin di piazza del Grano a Firenze dovranno trasferirsi nei negozi di Campi e Sesto Fiorentino. E’ quanto denunciano Filcams Cgil Firenze e Uiltucs Toscana, che hanno proclamato lo stato di agitazione

Dallo scorso 26 luglio, il negozio Coin in piazza del Grano, aperto da pochi mesi, è infatti chiuso al pubblico. Secondo quello che ha comunicato l’azienda ai lavoratori c’è un guasto all’impianto di climatizzazione, che deve essere riparato.

Al tavolo con i sindacati è stato poi preso un accordo per il ricorso alla cassa integrazione.

“Ma per via orale, oggi, 5 agosto 2023 - dichiarano Filcams Cgil e Uiltucs – le nostre Rsu sono state informate che sarebbero in programma imminenti trasferimenti, che non si sa quanto dureranno, di tutte le lavoratrici di piazza del Grano ai negozi, più piccoli, di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio”.

Una decisione unilaterale, dicono le sigle sindacali, che arriva “in maniera del tutto inspiegata ed inspiegabile nel contesto delle informazioni ricevute” e contraria “ad ogni principio di correttezza e buona fede”.

Oltre agli ammortizzatori sociali con integrazione al 100% della retribuzione e la maturazione dei ratei, Coin si era tra l’altro impegnata, spiegano Filcams Cgil e Uiltucs, “a certificare la corretta applicazione di quanto previsto dalle norme in merito alla garanzia di assoluta sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”, “a corrispondere la retribuzione ordinaria a tutte le lavoratrici ed i lavoratori fino all'attuazione dell'ammortizzatore sociale” e “a mantenere invariato il programma di ferie pianificato con le Rsu.

Infine, si era impegnata a fornire un ‘cronoprogramma’ dei lavori per definire la ripresa dell'attività lavorativa nel negozio di Firenze e a “consegnare ad ogni lavoratrice una card spesa, quale riconoscimento del continuo disagio e della grande disponibilità e collaborazione ampiamente dimostrata da tutto il personale”. Poi la doccia fredda. Di qui la proclamazione dello stato di agitazione.