
Una neonata in culla (Foto d'archivio)
Firenze, 14 marzo 2023 - Un piccolo grande miracolo. È quello che è accaduto nei giorni scorsi al Santa Maria Annunziata, l’ospedale di Ponte a Niccheri a Bagno a Ripoli, diretto da Andrea Bassetti. Una neonata è stata salvata da un caso molto raro di ‘collasso improvviso e inaspettato’. La ‘Sudden Unexpected Postnatal Collapse’ può portare anche alla morte neonatale. Ma per fortuna è andato tutto bene grazie al pronto intervento dell’equipe.
La piccola ha avuto il collasso ad appena 70 minuti di vita. Un evento eccezionale - l’incidenza è stimata tra i 3 e i 6 casi del genere su 100mila nati, con la possibilità di un caso ogni 15 anni di verificarsi negli ospedali di area fiorentina, - che ha richiesto la reazione pronta e tempestiva di tutta l’equipe medica e infermieristica che era presente in sala parto. Grazie al pronto intervento del personale, che ha messo in atto tutte le procedure previste nel caso, è stato possibile intervenire stabilizzando immediatamente la neonata, che ora è ricoverata al Meyer: i primi dati fanno ben sperare per una risoluzione completa.
“Sarebbe potuto accadere di tutto. Per questo, mi complimento con il personale medico e sanitario – ha dichiarato Alberto Mattei, direttore del dipartimento materno infantile della Asl Toscana centro –. Devo sottolineare che ha funzionato anche tutto il livello organizzativo, quello delle procedure previste dall’Azienda sanitaria che devono essere applicate in questi casi”.
Ma come può accadere che un neonato in buona salute muoia o subisca danni gravi per un collasso improvviso e inaspettato a causa di un arresto respiratorio e cardiaco? “Benché rari, gli episodi di Supc possono presentare conseguenze drammatiche, mortali, nella metà dei casi segnalati e gravi disabilità neurologiche nella maggior parte dei neonati sopravvissuti - spiega Gianpaolo Mirri, direttore di Neonatologia e Pediatria del Santa Maria Annunziata -. Determinanti sono la tempestività e l’appropriatezza degli interventi nell’immediatezza dell’evento (rianimazione neonatale e stabilizzazione post-rianimatoria), oltre alla qualità delle cure successive, che devono essere garantite da un centro di Terapia Intensiva Neonatale, come il Meyer, nel nostro caso. Nel 30-60% dei casi possono essere diagnosticate patologie sottostanti come infezioni neonatali, difetti del metabolismo, cardiopatie congenite ma è verosimile che all’origine dell’evento vi sia una predisposizione genetica in combinazione con una condizione esterna che agisce in un periodo di alta vulnerabilità. Molti casi, però, rimangono senza una causa”.
Collasso, quando si verifica
La letteratura concorda nel definire che circa un terzo dei casi si verifica nelle prime due ore di vita, anche se il periodo temporale che intercorre tra la nascita e il verificarsi dell’evento non è però universalmente definito (per le linee guida inglesi nei primi 7 giorni di vita). Le stime più recenti sono state fornite dagli inglesi, durante la stesura delle linee guida per lo studio dei neonati con Supc nella prima settimana di vita, revisionando 14 pubblicazioni al riguardo e concludendo con un’incidenza pari a circa 3-8 casi su 100.000 neonati vivi.
Sorveglianza nel post partum
All’ospedale di Santa Maria Annunziata, la sorveglianza del benessere del neonato nell’immediato post partum (2 ore di vita) avviene da parte del personale della sala parto in maniera sistematica e puntuale ma allo stesso tempo non invadente. Nelle prime due ore l’osservazione del personale avviene ogni 30 minuti, durante i quali viene valutata la posizione del neonato in braccio alla mamma, se è presente la suzione, se il colorito è buono e se le vie aeree sono libere. Vengono monitorate anche la temperatura corporea e la risposta agli stimoli ambientali.