
di Barbara Berti
Coltivava peyote, ne aveva circa 140, e non sapeva che da questo particolare tipo di piante grasse si possono ricavare droghe. Almeno questo è quello che ha dichiarato ai carabinieri forestali della stazione di Ceppeto, che nei giorni scorsi erano impegnati in un accertamento ai terreni di via Mammoli a Campi, la zona dove nei mesi scorsi è stata accertata una lottizzazione abusiva, e nel corso dei controlli si sono imbattuti in una vasta piantagione di peyote, ovvero di piccoli cactus (Lophophora williamsii, il nome scientifico) che possono contenere mescalina, l’alcaloide psichedelico utilizzato nei riti sciamanici dai nativi americani, poi molto diffusa negli anni ‘70. I Forestali, nella verifica di una produzione orticola, gestita da un coltivatore diretto di nazionalità cinese, all’interno della serra, hanno scovato, tra varie piante grasse, ben 146 esemplari di peyote, cactus con un fusto globulare sferico e protuberanze rotondeggianti ricoperte di peluria, originario delle zone rocciose del Messico. Nei contenitori utilizzati per la coltivazione delle piante erano riportati i dati relativi alla specie e alla data di attecchimento, alcuni codici non identificabili e in alcuni casi il prezzo.
Il responsabile della produzione ha dichiarato di coltivare per sé le piante, ignaro degli effetti psicotici. E ha aggiunto che la coltivazione gli serviva per uso terapeutico e come antidolorifici. Tuttavia è stato segnalato per coltivazione di sostanze stupefacenti e i cactus sono stati sequestrati e sottoposti a esami per capire la quantità di sostanze stupefacenti presenti nelle varie piante. Al momento questo è il primo grande sequestro sulla piazza fiorentina relativo a tali piantine realizzato dai carabinieri forestali.
Il peyote può contenere mescalina, che costituisce una sostanza stupefacente secondo la Tabella I del Dpr 309 del 1990 , legge in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. L’uso della sostanza stupefacente che si trova in quella pianta è diffuso in alcune comunità, tra cui quella cinese. La droga si assume masticando le protuberanze. Il prezzo? Può aggirarsi sui dieci euro per una piantina di uno-due centimetri.