REDAZIONE FIRENZE

Come lo sport crea unicità? : "Non dubitare di sé stessi"

Abbiamo intervistato Matilde Biagiotti, nuotatrice olimpionica ed ex studentessa della nostra scuola. CLASSE IIE, F. GRANACCI - BAGNO A RIPOLI.

Disegni realizzati dal gruppo arte della II E della scuola Granacci per rappresentare i valori e l’importanza dello sport

Disegni realizzati dal gruppo arte della II E della scuola Granacci per rappresentare i valori e l’importanza dello sport

Può una cosa per te naturale diventare il tuo sogno? Per Matilde Biagiotti sì. Classe 2005, originaria di Bagno a Ripoli, cresce nella piscina della società sportiva della Rari Nantes Florentia e a 17 anni entra nelle Fiamme Oro della Polizia di Stato. Ci siamo fatti raccontare la sua storia e l’esperienza alle Olimpiadi di Parigi.

Come descriveresti l’emozione provata alle Olimpiadi di Parigi?

"Sono il sogno di ogni sportivo; esserci riuscita è forse il primo, vero e tangibile segno che i tanti sacrifici fatti sono stati ripagati; quindi grande gioia ed emozione incommensurabile, ma subito dopo realizzi che essere lì è solo una parte della tua vita sportiva che ti devi giocare al meglio entrando nell’ottica di alzare l’asta dei tuoi nuovi obiettivi. Molto impressionante e difficile da vedere nella nostra realtà, è stato avere attorno un pubblico così numeroso in un contesto così scenografico".

È stato difficile unire scuola e allenamenti?

"Non è facile unire i ritmi di allenamento con lo studio: necessita di molta diligenza e lascia poco spazio al resto. Fino alla terza liceo sono riuscita a gestire entrambi, poi gli impegni sportivi nazionali e internazionali hanno portato a numerose assenze. Ho dovuto rivolgermi ad un istituto privato per studiare anche a distanza".

Ti sei mai sentita sottovalutata rispetto agli uomini? Cosa significa per te essere una donna nel nuoto professionistico?

"Penso che lo sport sia molto meritocratico ed è difficile sentire la disparità di genere gareggiando su categorie diverse. La grande differenza non è tra generi, ma tra chi fa nuoto e chi un altro sport, come per esempio calcio o tennis. Infatti perché il nuoto diventi la tua professione, è molto più selettivo proprio a livello numerico, se consideriamo quanti e con quanti sacrifici lo praticano".

Che consiglio daresti a una ragazza di 12 anni che aspira a diventare una professionista?

"Credere sempre in quello che si fa, non dubitare di se stessi, non aver paura di sacrificarsi. La fatica e il dolore sono il compagno quotidiano degli allenamenti di un professionista; il fallimento è tale solo se non riesci a trarne una lezione per migliorare. La carriera è sicuramente piena di quelli che al momento pensi siano fallimenti e se non sarai capace di conviverci difficilmente potrai andare avanti. Inoltre è importante contornarsi di persone positive che ti vogliono bene, disposte ad aiutarti. Perché i momenti bui ci saranno sicuramente, ma altrettanto sicuramente passeranno".