ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Commerciale, parola a Rocco Il piano B: project financing

Per le aree intorno allo stadio serve un investimento da trenta milioni. Se il patron viola farà un passo di lato, a Palazzo Vecchio serve l’alternativa

di Ilaria Ulivelli

Ora si aspetta la parola del presidente della Fiorentina. Se il progetto dello stadio divide fiorentini e tifosi, la rigenerazione urbanistica di Campo di Marte lascia assai perplessi i residenti della zona e preoccupa i commercianti. E anche Italia Nostra, che della rinascita del Franchi aveva fatto una battaglia che ritiene vinta (solo in parte) con questo progetto.

Ciò che preoccupa gli esercenti in realtà ora fa stare anche un po’ sulle spine Palazzo Vecchio. Il progetto complessivo infatti contiene un polo commerciale da 5.000 metri quadri. Che dialoga a Ovest con lo stadio e il mercato rionale. Ma i commercianti dei centri commerciali naturali di Campo di Marte non sono affatto convinti che questo dialogo possa funzionare. C’era un equilibrio che manteneva in vita negozi e supermercati. Con le nuove cubature chi garantisce che arriverà tanta gente da soddisfare tutti senza costringere nessuno a tirar giù la saracinesca?

Poi ci sono 5.000 metri quadri di superfici per ogni destinazione: uffici, alberghiero-ricettivo e abitativo. Che per Italia Nostra una colata di cemento inaccettabile. "E’ chiaro come il restyling del Franchi sia diventato il pretesto per introdurre previsioni di consistenti superfici edificabili con destinazione commerciale e ricettiva, con conseguenti carichi urbanistici che si aggiungono a quelli già esistenti, non ammissibili per la vocazione a verde pubblico e a impianti sportivi indicata nelle previsioni urbanistiche", tuona l’associazione scomodando addirittura Seneca.

E mentre i residenti si preoccupano dei parcheggi (quelli anche oggi, per il tormento del continuo spostamento delle auto) e del caos che inevitabilmente arriverà con i lavori (anche per la tramvia), Palazzo Vecchio s’interroga su chi e come realizzerà le cubature e si preoccuperà di venderle o gestirle. C’è un piano B, nel caso che il presidente della Fiorentina Rocco Commisso non volesse investire sulle strutture. Per ora il patron viola è rimasto in silenzio. Tace proprio in attesa di vedere nel dettaglio l’estensione della parte commerciale. Quella che più gli interessa, a questo punto. Quanto renderà? Sarà funzionale al progetto? Il restyling dello stadio non era la soluzione da lui preferita, ma sarà finanziato con 95 milioni del Pnrr. Se Commisso dovesse fare un passo di lato, chi sarà l’investitore? Per realizzare le strutture serviranno almeno 30 milioni di euro. Dunque si studia la modalità con cui poter realizzare un project financing. La finanza di progetto pubblico-privato è certo un bel contributo ma non privo di grandi complessità. Di questi tempi anche difficile che qualcuno, estraneo all’interesse calcistico e lontano dalla famiglia Commisso, possa imbarcarsi in un’operazione del genere.

Mentre Italia Nostra incalza, indicando che la soluzione “green” presentata nel progetto vincitore, "che tende a nascondere sotto un cumulo di terra il nuovo costruito richiesto dal bando, appare la classica foglia di fico per nascondere le bruttezze: la soluzione richiama, infatti, più che una seria politica di transizione ecologica, un’anacronistica prassi attuata dalle giunte degli ultimi venti anni".