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Cronaca

“I compiti? Solo sul diario”. Scuola, prosegue l’esperimento alla Barsanti

Il preside Menicatti: “Vogliamo rendere autonomi i ragazzi, che devono anche imparare a tenere la propria agenda. E poi è giusto che si aiutino l’un l’altro”

Bambini a scuola

Bambini a scuola

Firenze, 15 marzo 2024 - Fino a giugno, i compiti verranno scritti sul caro vecchio diario. L’esperimento del comprensivo Barsanti, e anche di quello di Firenzuola, prosegue. Entrambi i collegi d’istituto a maggioranza hanno votato affinché la sperimentazione tra gli alunni delle secondarie di primo grado prosegua. È da un mese che alla Barsanti i compiti non appaiono sul registro elettronico. Il motivo? Rendere i ragazzi più autonomi, dar loro competenze necessarie per la vita. “C’è stata una bellissima discussione - dice il preside, Marco Menicatti -. Si è parlato di cosa è meglio fare per i nostri figli. Li dobbiamo sempre controllare? O dobbiamo dar loro più fiducia? Vogliamo sempre spianare loro la strada o metterli di fronte a qualche piccola difficoltà?”. Nel mese di sperimentazione, alcuni genitori e docenti hanno storto il naso. Alcune mamme hanno lamentato di non poter controllare i figli, mentre alcuni insegnanti hanno rilevato difficoltà nel far scrivere i compiti sul diario.

Il registro elettronico, dove appaiono i voti, le assenze e le varie comunicazioni, non dovrebbe sostituire il diario cartaceo. Ma, nei fatti, accade così, con gli studenti che, siccome tanto vedono tutto scritto sul cellulare, non si prendono la briga di appuntare i compiti. “Ma così non si impara mai a tenere una propria agenda - osserva Menicatti -. È invece giusto che gli studenti imparino ad organizzarsi, a cavarsela da soli. Dobbiamo dar loro fiducia”. Poi, certo, c’è il bisogno di venire incontro a chi ha disturbi dell’apprendimento, aspetto sottolineato dai consigli d’istituto.

“Abbiamo poi notato che dover chiedere i compiti all’amico viene visto come un qualcosa di frustrante da molti studenti - evidenzia Menicatti -. Ma questo fa riflettere su come si debba lavorare coi ragazzi. Alla fine, l’autonomia rischia di diventare sinonimo di solitudine. Ecco, col nostro esperimento vogliamo favorire anche l’aiutarsi reciproco, oltre che stimolare la capacità di cavarsela con le proprie forze”. Non ultima, anche l’esigenza di tenere il più possibile i ragazzi lontani dai cellulari. Anche se i tempi medi di permanenza su ClasseViva sono sempre pochissima cosa rispetto a quelli trascorsi su Whatsapp o You Tube.