Per anni Borgo San Lorenzo è stato etichettato come il "paese delle sagre". E tante volte, da decenni, i ristoratori hanno polemizzato e criticato il crescente affollamento dei ristoranti delle feste, considerati concorrenza sleale. Qualche anno fa, tra capoluogo e frazioni, si facevano tra le 160 e le 190 giornate di sagre concentrate nei mesi estivi. Adesso però, complice la pandemia, il vento è cambiato. E da parte dell’attuale amministrazione comunale emerge un atteggiamento diverso.
Così la giunta ha deciso di non approvare per quest’anno il calendario delle sagre. E poche settimane fa aveva fatto abbattere il grande tendone al Foro Boario, per la verità ormai fatiscente, capannone che ha ospitato centinaia di feste di partito, sagre, e i ristoranti per le fiere estive. Stop alle sagre dunque a Borgo San Lorenzo, almeno per tutta la stagione: "In questo momento - sottolinea il sindaco Paolo Omoboni - approvare un calendario sagre ci sembrerebbe un controsenso rispetto a quello che abbiamo fatto per far ripartire le attività economiche, in particolare il mondo della ristorazione, dai tavolini all’aperto alla riduzione della Tari". Addio alle mille sagre del tortello, e alle giornate dedicate al cinghiale, e alla ficattole, organizzate soprattutto dalle società sportive borghigiane. "Resta consentito - specifica il sindaco- , anche per le tante associazioni locali, secondo le regole e i protocolli previsti, lo svolgimento di attività di somministrazione temporanea di alimenti e bevande correlate ad eventi straordinari non continuativi, non configurabili come sagre o feste finalizzate alla sola somministrazione". In modo collaterale agli eventi culturali, agli spettacoli, alle manifestazioni sportive si potranno dunque offrire cibi e bevande.
"Non è un anno semplice, non è un periodo ordinario, e dobbiamo fare delle scelte. E le facciamo. In questa estate delle sagre possiamo fare a meno. E qualcosa dovrà cambiare anche per i prossimi anni".
Paolo Guidotti