di Pietro Mecarozzi
L’accordo c’è (o almeno sembra fatto), la legge no. È il patto che prevede l’approvazione per decreto della modifica sul Tuel (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) a proposito della durata dei mandati dei sindaci. La proposta di modifica prevede nessun limite di per i sindaci dei comuni fino a 5.000 mila abitanti e un limite di tre mandati per i sindaci dei comuni dai 5.001 ai 15.000 abitanti. Il decreto, secondo indiscrezioni, verrà presentato o prima della pausa delle vacanze natalizie o, più probabilmente immediatamente dopo.
Una minirivoluzione che, salvo colpi di scena (o dietrofront soprattutto per gli under 15mila) e il ritiro della modifica, avrà un impatto immediato anche sui Comuni dell’area fiorentina, dove si contano ben cinque amministrazioni sotto i 5mila abitanti (Firenzuola, Marradi, Londa, Palazzuolo sul Senio e San Godenzo) e undici che non superano quota 15mila abitanti (Fiesole, Greve in Chianti, Scarperia e San Piero, Barberino Tavarnelle, Barberino di Mugello, Rignano sull’Arno, Vicchio, Pelago, Rufina, Dicomano e Vaglia).
Uno scacchiere politico che, in concomitanza con la corsa a Palazzo Vecchio, sarà animato nei prossimi mesi da mosse e contromosse dei candidati per le elezioni amministrative del 2024. A partire dall’area mugellana, dove i Comuni che andranno al voto sono in tutto nove e n sindaci, storici o con alle spalle un solo mandato, hanno cominciato a prendere in seria considerazione l’idea di indossare la fascia tricolore per tutta la vita, o nel caso dei paesi più grandi, per una terza e ultima volta.
Ancora è presto per fare previsioni, ma nella politica locale si cominciano a fare i calcoli e a ripensare ai possibile passaggi di testimoni già preventivati. A Barberino di Mugello, comune di quasi 11mila abitanti, Giampiero Mongatti è al secondo mandato e potrebbe tentare il colpaccio. Stesso cosa per Barberino Tavernelle: David Barroncelli ha vinto giù due volte – contando il successo al voto del 25 maggio 2014 a Tavarnelle Val di Pesa, prima che i due comini si fondessero –, e una sua corsa al terzo mandato, visto il gradimento di cui gode il primo cittadino, non è affatto un’ipotesi remota.
C’è poi Fiesole, con Anna Ravoni, anche lei al secondo giro di boa, sindaca di esperienza e spessore politico, che con molta probabilità mollerà a fine incarico per lasciare spazio a Renzo Luchi, 66 anni, tra le figure più attive nel panorama politico della città (che conta più di 13mila abitanti) senza contare che a Fiesole c’è anche l’ipotesi Scaletti.
La previsione di una terza cavalcata alla poltrona di primo cittadino non è esclusa neanche a Greve in Chianti: dove Paolo Sottani è stato eletto dai cittadini per ben due volte e non superando l’asticella dei 15mila poterebbe tentare il tris.
Rimane possibilista invece Phil Moschetti, sindaco di Palazzuolo sul Senio che ha poco più di mille abitanti. Lui di mandati ne ha fatto solo uno, ma l’idea di farsi carico, a vita (si fa per dire), di tutte le responsabilità che ha l’amministratore di un paesino così piccolo non lo intriga poi tanto.
C’è un fattore, infatti, da considerare quando si parla di comuni di piccole dimensione: ovvero, la realpolitik. Non esistono infatti deleghe o collaboratori al quale scaricare gli impegni secondari, il sindaco dei piccoli comuni, e la cronaca dal Mugello gliene dà atto, sono onvunque: battono cantieri e fanno gli auguri alle centenaria di turno, per poi tornare a Palazzo e firmare atti e regolamenti che portano con sé oneri (in particolare legali) e onori di specie.
Su tutto questo, pertanto, dovranno riflettere, in caso di convalida delle nuove norme, i sindaci ammaliati dal terzo mandato, ma soprattutto i primi cittadini come Buti (Firenzuola), Triberti (Marradi), Cuoretti (Londa), e Piani (San Godenzo), che in futuro potrebbe godere dei loro poteri senza limiti di mandato. A loro rischio e pericolo.