di Lisa Ciardi
Poco dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino ha preso il Covid e oggi è senza Green pass. È la storia paradossale di Diletta Franchi, Oss fiorentina che, per un vero e proprio vuoto legislativo, è al momento senza certificato verde. "Ho fatto la prima dose di vaccino il 4 gennaio e il 13 sono risultata positiva al Covid – racconta – entrando in una trafila burocratica assurda. Il certificato vaccinale Covid che ho ha validità fino al 1 ottobre e riporta la dicitura dosi 11, perché, appunto, ho potuto fare solo la prima dose. In teoria sarebbe ancora valido, ma non ha mai generato un vero e proprio Green pass. Invece, l’unico ‘certificato verde’ che ho è stato generato dopo la mia guarigione dal Covid, ed è scaduto il 13 luglio. A oggi non sono quindi in possesso di un Green pass valido e né la Regione Toscana, né l’igiene pubblica, né l’Asl territoriale, né il ministero della salute sono riusciti a darmi indicazioni. Ho provato anche con il medico di base, la farmacia e i carabinieri ma nessuno ha potuto fare qualcosa per aiutarmi. Nessuno finora ha voluto somministrarmi la seconda dose, né mi ha prospettato altre soluzioni". Così Diletta è costretta a notevoli limitazioni.
"Dal 6 agosto – racconta - sono stata privata della libertà costituzionale e tra poco probabilmente anche di quella lavorativa poiché sono una Oss e, come tutti i colleghi e le colleghe, soggetta a obbligo vaccinale. Lavoro in una Casa di cura e molti gestori stanno cominciando a chiedere i certificati. Sono iscritta a due gruppi Facebook con centinaia di membri che, come me, hanno problemi con il Green pass da mesi. Siamo prigionieri di un vuoto burocratico che ci affligge e siamo stati dimenticati come categoria".
Intanto, proprio giovedì, il Ministero della Salute ha varato una circolare per chiarire situazioni simili a questa. "In caso di infezione da Sars-Cov-2 confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino – si legge nel documento - è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose da effettuare entro sei mesi (180 giorni) dalla documentata infezione (data del primo test molecolare positivo). In caso di infezione confermata oltre il quattordicesimo giorno dalla prima dose di vaccino, la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l’infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose. Resta inteso che l’eventuale somministrazione di una seconda dose non è comunque controindicata. Ciò vale anche per i soggetti guariti, in precedenza non vaccinati, che hanno ricevuto una sola dose di vaccino dopo l’infezione".
Tutto risolto quindi? Ancora no. "Ho provato subito a prenotare la seconda dose di vaccino – spiega – visto che questa è la strada indicata, ma il sistema non mi accetta. Spero che la questione si risolva presto perché non so più veramente come fare".