
Vincenzo Salemme in scena
Firenze, 2 gennaio 2020 - L’allegria, la magia, l’intelligenza delle parole, il sapere raccontare l’ignoranza dilagante, il qualunquismo, la creduloneria e l’indifferenza col sorriso e l’ironia. Questo e molto altro è nella commedia «Con tutto il cuore» andata in scena anche la notte di San Silvestro – repliche fino al 6 gennaio – al Teatro Verdi di Firenze.
E’ l’ultima straordinaria commedia scritta da Vincenzo Salemme, e come dice lui fin tropo modestamente, «nel senso più scolastico della parola». Anche stavolta, come nella sua precedente «Una festa esagerata», andata in onda anche in tv sere fa, dico subito che Salemme ha fatto centro. Ma più del solito. In scena la storia il mite insegnante di lettere antiche Ottavio Camaldoli, che subisce un trapianto di cuore, ma non sa che il cuore gli è stato dato in dono, è quello di un feroce delinquente, Antonio Carannante morto ucciso, il quale prima di morire ha sussurrato alla mamma, feroce quanto lui, le ultime volontà: che il proprio cuore possa continuare a pulsare anche dopo la sua morte, affinché colui che lo riceverà in dono (Ottavio appunto), possa vendicarlo.
Ottavio però, pur avendo effettivamente cambiato il cuore, non ha modificato il suo carattere. E non ha nessuna intenzione di trasformarsi in assassino. Lui che già subisce le angherie di una ex moglie e del suo nuovo compagno, lui che è troppo remissivo con la figlia ventenne che vive in casa con lui. Lui che si fa abbindolare da un finto infermiere e da una finta governante indiana, lui che rispetta ed ha sempre rispettato la legge, questo uomo dal temperamento quasi vile, dovrà sottostare alla prepotenza della Signora Carmela (mamma di Carannante) e sarà costretto col passare dei giorni a diventare un duro. Un cinico.
Un uomo capace di rendere il proprio cuore chiuso come la pietra. Forse tutto questo per dimostrare che in ognuno di noi ci sono tutte le sfumature e tutti i colori dell’animo umano. E che è sempre l’occasione che ci costringe a fare delle scelte. E in quelle scelte si capisce davvero qual è la nostra natura più profonda. Ma a parte la trama, che letta così potrebbe sembrare addirittura poca cosa, Salemme ha la vera e rara sapienza di sapersi circondare di attori – tutti molto bravi – che sono perfetti caratteristi per quel che lui pensa e scrive dei loro ruoli. Perché nessun altro come lui oggi sa diventare anche maschera di un Paese in bilico come il nostro, ormai tragicamente capace di fraintendere e sull’orlo dell’ignoranza la cui causa è sopratto consumistica e social, ma anche rispettoso della più autentica generosità, ma alla fine,forse (?), disposto a riconoscere i binari della morale e dell’onestà. Il piccolo uomo di Salemme, il protagonista è in tutti noi, fraintesi dal bisogno di confrontarsi. E ancora una volta nel suo testo «Con tutto il cuore» c’è la sua genialità, il suo estro, la sua fantasia. Applausi scroscianti anche durante lo spettacolo. Da non perdere.