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"Con un professionista e l’amore dei cari. Bove tornerà grande"

Da Borja Valero a Antognoni: "Ha carattere"

"Con un professionista e l’amore dei cari. Bove tornerà grande"

L’ex viola Borja Valero

FIRENZE

L’amore della famiglia, l’affetto dei compagni, la vicinanza dei tifosi. E il sostegno di un professionista, per affrontare l’ostacolo più grosso che, ad appena 22 anni, si è presentato nella carriera del centrocampista viola. A suggerirlo è uno che ha solcato la medesima mediana di Edoardo Bove, Borja Valero.

"L’ho vissuta male - ha raccontato lo spagnolo ai microfoni di Radio Bruno -, ero a casa a guardarla e ho capito subito la gravità dai volti dei compagni e di chi era in campo. Un momento di grande angoscia, complicato da gestire per loro. E lo sarà anche riprendere gli allenamenti, nello spogliatoio il primo pensiero sarà per Bove, sarebbe utile avere l’aiuto di qualche professionista per affrontare questi momenti".

"Il pronto intervento è decisivo, è un bene che i giocatori riescano a farlo nei primi momenti. Anche io avevo avuto un piccolo problema al cuore, ho fatto sempre controlli ed è giusto così per la mia salute. Ma è impossibile arrivare a scoprire tutte le cose, al di là delle competenze di chi fa i controlli. Ci sono grandi persone nella Fiorentina e insieme al suo capitano Biraghi, che purtroppo ha vissuto altre esperienze drammatiche in questi anni, riusciranno a gestire nel migliore dei modi un momento così difficile".

Giancarlo Antognoni, che per la Fiorentina ha rischiato la vita, alla luce anche della sua esperienza personale, auspica che il centrocampista possa tornare presto in campo.

"Edoardo è un ragazzo e un giocatore forte, determinato, bravo, capitano dell’Under 21, sono fiducioso per il futuro", ha detto l’"Unico 10", oggi capo delegazione proprio della nazionale Under 21 di cui fa parte il numero 4 viola.

"Bove è un ragazzo più maturo della sua età, sia come calciatore ma soprattutto come persona, gioca e studia all’università - ha aggiunto Antognoni -. Sono convinto che saprà reagire nel modo migliore e pensare positivo, il carattere non gli manca. Al momento non sappiamo ancora molto di quanto accaduto ma già il fatto che sia cosciente e parli è positivo".

Il dirigente azzurro ha evitato di fare confronti con l’incidente da lui subito nel novembre 1981, quando il suo cuore cessò di battere per circa 30 secondi dopo uno scontro di gioco con Silvano Martina, portiere del Genoa. "Io subii un trauma e dunque la dinamica è diversa da ciò che è successo a Edoardo. Ieri mi sono preoccupato come tutti, l’importante è che il ragazzo abbia reagito. Deve pensare prima di tutto alla sua vita. Grazie alle metodologie di oggi ci sono più risorse rispetto ai miei tempi quando non c’era neppure il defibrillatore. La medicina e la tecnologia hanno fatto passi da gigante, di qui la mia fiducia sul futuro di Bove".

E la moglie di Antognoni, Rita, si mette nei panni dei genitori del 22enne e della fidanzata.

"So cosa vuol dire essere allo stadio e vedere cadere giù per malore un tuo caro, e chi li può scordare quei momenti, tra l’altro Giancarlo lo ha nell’under 21 e lo conosce molto bene. Sono sicura che tutto si sistemerà", ha scritto in un post sui social.

ste.bro.