Firenze, 13 gennaio 2025 - Erano le 21.45 di venerdì 13 gennaio del 2012 quando la nave da crociera Costa Concordia urtò gli scogli de Le Scole davanti all'isola del Giglio. Un impatto fortissimo che causò l'apertura di una falla di circa 70 metri sul lato sinistro dello scafo. La nave si arenò poi a Punta Gabbianara, su uno scalino di roccia che le evitò di precipitare a 100 metri sott'acqua. A bordo della Concordia, salpata da Civitavecchia per Savona, c'erano 4.229 persone: 3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio.
Fu la rotta decisa dal comandante Francesco Schettino, di "navigare secondo il suo istinto marinaresco, più a ridosso dell'isola, confidando nella sua abilità", hanno scritto i giudici, a far finire la Concordia sugli scogli. Fu quello sciagurato “inchino” a portare quel gigante del mare a naufragare davanti al Giglio. In 32 persero la vita tra passeggeri e membri dell'equipaggio, 157 i feriti. I vigili del fuoco, per cercare i quattro operai dispersi, sono entrati nei ponti sommersi della Concordia, in uno degli interventi più difficili per uomini che pure sono professionisti del soccorso. I sub sono stati costretti a vedere e vivere situazioni che difficilmente poi li abbandoneranno.
La sensazione che hanno riferito è la stessa: il silenzio, il buio, lo sciabordio lento dell'acqua, le mani che tastano alla ricerca di un corpo, la paura e la consapevolezza che se la nave si fosse capovolta non ci sarebbe stata via d'uscita. Un disastro per il quale Schettino è stato condannato a 16 anni, pena che sta scontando nel carcere romano di Rebibbia. Oggi è il giorno della commemorazione per le vittime di quel disastro, quest'anno la commemorazione sarà più intima. Nello spirito di sobrietà, auspicato unanimemente, il sindaco e l'amministrazione comunale hanno chiesto al parroco di Giglio Porto di celebrare, con la comunità gigliese, alle ore 12, una messa in suffragio dei defunti.
Alle 21.30 la consueta fiaccolata partirà dalla chiesa, per raggiungere la targa commemorativa sul molo rosso. La chiesa di Giglio Porto resterà aperta, per tutto il pomeriggio, a disposizione di chi vorrà offrire personalmente una preghiera per i defunti. La nave venne raddrizzata con un esempio altissimo di ingegneria e trascinata lì dove era nata il 2 settembre 2005 per andare a morire, in porto a Genova, con un'operazione mediatica enorme. Trainato per miglia, quel che restava della grande nave arrivò in porto a Genova alle 12.30 del 27 luglio 2014 salutata dall'urlo delle sirene dei rimorchiatori.
La nave venne dichiarata 'constructive total loss', una 'perdita totale' e le venne cancellata l’identità: non più 'Costa' Concordia e nemmeno 'nave' ma relitto. Dopo che l'area venne occupata dal cantiere per la rimozione, si è lavorati per il ripristino, la ricostituzione e la stabilizzazione degli habitat marini. E a 12 anni da quel disastro, il 13 gennaio del 2012, furono di nuovo ammesse la navigazione e la balneazione sopra i fondali dell'isola, dove per anni è rimasta incagliata e semirovesciata la nave. Mentre resta vietato fino al marzo 2029, "ancorare e sostare con qualunque unità navale, sia da diporto che ad uso professionale, indipendentemente dalle dimensioni, svolgere attività di pesca professionale e sportiva ed effettuare immersioni subacquee". L'area è quella sotto costa che va da Cala Ficaiaccia a Punta del Lazzaretto.
Maurizio Costanzo