Campi Bisenzio (Firenze), 8 novembre 2023 – “Si cena a lume di candela, si va a letto quando fa buio e la mattina, alle prime luci del giorno, siamo già in piedi. Le giornate sono lunghe. E tristi". Franco, stivali, una tuta alla meno peggio, scuote la testa e guarda quella pozza di acqua e fango in cui affoga ancora il ’suo’ condominio, tra via Sanzio e via Buonarrotti. Ieri, al quinto giorno dal disastro che oggi sono sei, mancava la corrente, saltata giovedì scorso quando è arrivata l’onda maledetta del fiume Marina che ha allagato scantinati e i garage arrivando all’altezza delle terrazze del piano terra ed entrando negli appartamenti. "I garage sono ancora sott’acqua" spiegano amareggiati i condomini mentre i mezzi della protezione civile iniziano a pompare. "Abbiamo perso il conto delle chiamate fatte per segnalare la situazione. Sono venuti a vedere: prima ci hanno detto che non si poteva intervenire per via del possibile gasolio nei vecchi depositi dell’impianto centralizzato di riscaldamento. Poi lunedì pomeriggio sono tornati per iniziare a pompare l’acqua ma poco dopo è diventato buio. Stamani (ieri, ndr ) eccoli di nuovo. Speriamo bene perché se non levano l’acqua non si può arrivare ai contatori dell’elettricità" raccontano sconsolate Annalisa e Valentina. Il dramma di una vita precaria la condividono con i residenti della zona che si affaccia su piazza Aldo Moro, il grande polmone verde del centro che si è trasformato in un pantano invaso dalle auto, alcune parcheggiate, altre sommerse.
Per tutti i garage sono un ripostiglio: chi ci teneva scorte alimentari, chi abiti e scarpe per il cambio di stagione e chi attrezzi per sport e hobby, come le amate canne da pesca di Annalisa, la passione del marito defunto. Ma prima della conta dei danni, serve riaccendere la luce. "Si gioca a carte, senza tv e radio non c’è molto da fare, due coccole tra innamorati", scherza un pensionato che riesce a non perdere il buonumore nemmeno oggi. E racconta: "Avevo un congelatore pieno di scorte: passo le giornate a cucinare, per non buttare via il cibo e ammazzare il tempo. Qui le ore non finiscono mai. Stiamo vivendo una condizione assurda e abbiamo perso la cognizione dei giorni". Per chi, invece, ha finito le scorte o ha la cucina a induzione fortuna i volontari. "Portano latte, pasta, ceci e passata di pomodoro". I più anziani, infatti, devono fare i conti con le difficoltà negli spostamenti - tanti hanno anche le auto alluvionate - e con la chiusura della Coop alluvionata nel centro di Campi. "Perché andare a comprare il pane o il latte, per chi è sola come me, è un’occasione per fare un giro e scambiare quattro chiacchiere", continua Annalisa.
La mancanza di elettricità, dopo tutto questo tempo pesa: qualcuno legge un libro, una condomina si prende cura delle piante, un’altra controlla dalla finestra come procedono le operazioni di pulizia. Tutto purché non ci si abbandoni allo sconforto. Amici e parenti hanno rifornito di candele, torce e power bank che oggi sono merce preziosissima. "Ci siamo organizzati anche per ricaricare i telefonini che usiamo con parsimonia: i vicini che hanno la corrente si prendono per qualche ora anche i nostri, ma i primi giorni siamo rimasti completamente isolati senza poter rassicurare i nostri nemmeno i parenti". "Qui in tanti hanno già vissuto l’alluvione del ’91, qualcuno anche quella del ’66 a Firenze, ma erano altri tempi. Oggi, nel 2023, tenere la gente al buio è assurdo", sospira Franco.
Inimmaginabile, ma vero.