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Coppia uccisa e fatta a pezzi, ecco perché Elona resta in carcere

Il gip e l'ordinanza di custodia cautelare: ecco gli elementi che secondo il giudice convergono sulla colpevolezza della donna

Elona Kalesha in una foto tratta da 'Chi l'ha visto'

Firenze, 26 dicembre 2020 -  Anche il silenzio ha pesato nella decisione del gip di tenere in carcere Elona Kalesha, 36 anni, albanse, l'ex fidanzata del figlio Taulant dei coniugi Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni, scomparsi nel novembre 2015 e i cui resti sono stati trovati nei giorni scorsi, tra il 10 e il 16 dicembre, in quattro valigie abbandonate alla periferia di Firenze. Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dopo l'udienza di convalida del fermo della donna tenutasi la vigilia di Natale, il gip Angelo Antonio Pezzuti rileva come il fatto che la 36enne si sia avvalsa della facoltà di non rispondere abbia pesato in quanto «non ha prospettato alcuna valida diversa ricostruzione degli accadimenti».

Tra gli elementi indiziari a carico della donna elencati dal gip nel suo provvedimento il fatto che marito e moglie uccisi dormirono l'ultima notte prima della loro scomparsa, avvenuta il 2 novembre 2015, in una casa ritenuta teatro del loro delitto, in via Fontana a Firenze affittata da Elona Kalesha, all'epoca fidanzata col figlio detenuto della coppia. La donna lasciò poi frettolosamente la casa, tre giorni dopo, senza mai ritirare la caparra e una valigia con vestiti e altri effetti. C'è poi la testimonianza di alcuni vicini che all'epoca avvertito un odore forte e sgradevole provenire dalla stessa casa e di aver visto poi una donna uscire dall'appartamento con buste che puzzavano come carne andata a male e che perdevano un liquido tipo sangue.

Infine la circostanza che la 36enne nascose alle due figlie della coppia che i loro genitori avevano alloggiato in via Fontana e inducendo una delle due a mentire su dove avessero dormito la notte tra l'1 e il 2 novembre 2015. Da capire il movente: i carabinieri, coordinati dal pm Ornella Galeotti, sono al lavoro per cercare di dare una risposta sul perchè la donna avrebbe ucciso la coppia. Così come le indagini proseguono anche per individuare i presunti complici nell'omicidio, almeno due persone, scrive sempre il gip, che potrebbero aver aiutato la 36enne, insieme ad altri, anche a sezionare e a disfarsi dei cadaveri di Shpetim e Teuta Pasho.