di Francesco Ingardia
Consigliere o presidente? Per il momento Fabio Giorgetti sceglie entrambe le cariche. Profilo basso e nessun passo indietro. Tentando di divincolarsi dalle polemiche sul suo conto per il doppio incarico che tanto sta agitando il mondo della politica fiorentina. Sotto l’occhio del ciclone è finita la sua elezione al vertice di Toscana Energie dello scorso 19 settembre, in aggiunta a quella di consigliere comunale (in quota Giani) tra le file del Pd dopo il voto di giugno e il dossier è adesso in prefettura.
Il caso è scoppiato circa la sussistenza di profili di incompatibilità, gli imbarazzi e i mal di pancia tra i dem ci sono, le intemerate delle opposizioni pure. Che ne fanno una questione di legittimità, compatibilità, trasparenza, ed opportunità politica. Sollevata prima da Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) e poi da Cecilia Del Re (Firenze Democratica).
Legittimità. Il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (Tuoel) arriva in soccorso: ai sensi dell’articolo 63 comma 1 è incompatibile con la carica di consigliere comunale "colui che ha parte in servizi, esazioni di diritti, somministrazioni o appalti nell’interesse del Comune". Del caso è stata investita la prefettura, la quale ha aperto un’istruttoria dopo il deposito di un esposto. Il parere formale arriverà solo in seguito ai chiarimenti chiesti al segretario generale e al presidente del Consiglio. Emesso il parere tecnico della prefettura che indicherà le eventuali cause di incompatibilità, sarà poi l’assemblea consiliare a doversi esprimere.
Compatibilità. Qui balla un’indennità annuale da 80mila euro. Pari all’emolumento percepito da Giorgetti in qualità di presidente di Toscana Energia. Eppure una norma inserita nella finanziaria 2007 (legge 296/2006) stabilisce che "l’assunzione da parte dell’amministratore di un ente locale, della carica di componente degli organi di amministrazione di società di capitali partecipate dallo stesso ente non dà titolo alla corresponsione di alcun emolumento a carico della società". Peraltro la Corte dei Conti, su un caso analogo in Veneto, ha sancito tramite sentenza del luglio ’22 che un consigliere comunale non può ricevere compensi da una società partecipata dall’ente per cui svolge funzioni.
Opportunità politica. Domanda: costituisce conflitto d’interesse presiedere una società che gestisce il servizio di distribuzione del gas naturale come Toscana Energia in 101 Comuni - partecipata al 50,6% dal socio privato Italgas e al restante 49 da soci pubblici tra cui il Comune di Firenze, detentore del 20% delle azioni in via indiretta tramite Alia spa - nel momento in cui Palazzo Vecchio è chiamato a bandire la futura gara per l’affidamento del servizio di distribuzione del gas e a gestire il relativo contratto, scaduta la concessione in vigore dal 1973, in applicazione delle norme fissate dal decreto Letta del 2000? Chiaro, Toscana Energia sarà pienamente legittimata a partecipare. Ma nel frattempo, il suo presidente, sarà seduto su uno degli scranni Pd nel Salone de’Dugento. Il telefono squilla a vuoto, Giorgetti opta per il profilo basso. Forte, si racconta, di pareri legali rincuoranti circa la sua posizione.