
Consip, ultimo atto. Il pm: "Assoluzione per Tiziano Renzi. Condanna per Lotti"
ROMA
Consip, ultimo atto. O quasi: il pubblico ministero Mario Palazzi conclude il processo sullo scandalo della centrale acquisti dello Stato chiedendo la condanna per la pattuglia di fiorentini che siede sul banco degli imputati del tribunale di Roma. Per tutti tranne uno: Tiziano Renzi.
Il magistrato, che già aveva chiesto l’archiviazione del babbo del leader di Italia Viva al termine delle indagini, non cambia idea. Dunque, richiesta di assoluzione per Tiziano. Il peso si scaricherebbe tutto su Carlo Russo, l’imprenditore di Scandicci che condivideva con Renzi senior il capo d’imputazione. E per lui, accusato di millantato credito e traffico d’influenze, l’accusa pronuncia la richiesta più pesante: cinque anni.
E poi due anni e mezzo per l’imprenditore ed editore Alfredo Romeo, un anno per l’ex ministro e attuale dirigente dell’Empoli, Luca Lotti. Stessa pena richiesta per l’ex parlamentare Italo Bocchino.
L’ex presidente di Publiaqua, Filippo Vannoni, rischia pure lui la condanna ad un anno. Per l’ex generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia prospettata la concessione delle attenuanti generiche e la condanna ad un anno; per l’ufficiale dell’Arma, Gianpaolo Scafarto, un anno e 10 mesi. Tre mesi per il colonnello dell’Arma Alessandro Sessa.
Chiesta infine l’assoluzione anche per Stefano Massimo Pandimiglio.
L’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità a contrattare con la pubblica amministrazione sono le pene accessorie sollecitate nei confronti degli otto imputati per cui la Procura capitolina ha chiesto condanne. Il pm Palazzi ha parlato per oltre cinque ore, ricostruendo l’intera vicenda processuale. I reati contestati a seconda delle singole posizioni il favoreggiamento, traffico di influenze, millantato credito, tentata estorsione, falso, rivelazione del segreto d’ufficio.
Nei confronti di Tiziano Renzi erano già caduti in udienza preliminare tre episodi d’accusa. Palazzi nel prospettare ai giudici l’assoluzione per il padre dell’ex sindaco di Firenze, ricorda come "manchi la prova dell’accordo in suo favore". Per Luca Lotti, che risponde di favoreggiamento, è stata chiesto un anno di pena; ma anche l’assoluzione per un altro episodio, quello relativo alla rivelazione del segreto d’ufficio. Il processo riprenderà l’8 gennaio, con le difese. "La sentenza è prevista per marzo-aprile", calcolano i legali.
In abbreviato, rispetto agli accertamenti sviluppati per questa vicenda, era stato condannato ad un anno l`ex coordinatore del Pdl Denis Verdini, per il reato di turbativa d`asta. A far scoppiare il caso - come ha ricordato il pm Palazzi - anche quanto dichiarato da Luigi Marroni, all’epoca amministratore delegato di Consip.
"Un processo che è più destinato alla storia che alla giustizia perché molti o quasi tutti questi reati saranno travolti dalla prescrizione. È irragionevole pensare che si arrivi a un giudizio definitivo senza la mannaia della prescrizione", ha detto il pm Palazzi ricordando anche l’epoca covid. Quella riguardo la centrale acquisti della pubblica amministrazione è stata - ha detto ancora Palazzi - "un’indagine complessa, funestata da una serie infinita di fughe di notizie sia interne che esterne, che ha avuto una vastissima eco per i soggetti coinvolti, che ha avuto un’ampia utilizzazione a fini politici".
ste.bro.