
Chi abita intorno al Lungarno Vespucci vota per il no alla chiusura e spera in un ripensamento "Già adesso poco lontano spaccio e degrado. E per la città sarebbe una sconfitta" .
L’ipotesi di chiusura del Consolato Generale degli Stati Uniti a Firenze, rilanciata dal quotidiano americano Politico, preoccupa anche chi vive nella zona intorno al Lungarno Vespucci. Un colpo difficile da digerire per molti, considerata la storica presenza americana in città, anche se c’è chi pensa anche ai possibili positivi, soprattutto in termini di viabilità e vivibilità del quartiere.
Paolo Klun, residente nella zona, esprime tutta la sua preoccupazione: "Mi auguro che questa notizia alla fine si riveli non vera. Per Firenze, la chiusura di un consolato così importante sarebbe quasi un‘offesa alla città. Siamo mèta di migliaia di visitatori statunitensi e sede di importanti università americane; l‘ipotesi di chiusura mi turba, ma confido nella nostra amministrazione per le questioni di sicurezza. Paradossalmente, forse ne gioverebbe la viabilità della zona, ma per questo basterebbe solo un trasferimento di sede". Sulla stessa linea Giacomo Criscenti, avvocato con studio in piazza Vittorio Veneto e presidente dell’associazione Firenze Regna: "Spero che queste indiscrezioni non trovino conferma. Sarebbe una sconfitta per Firenze, per l‘Europa e per gli Stati Uniti. Il consolato rappresenta un punto di riferimento per la numerosa comunità americana in Toscana e un luogo di confronto per idee e progetti di socialità e democrazia. A perderci sarebbe sì Firenze, ma anche gli Usa, considerando i tanti istituti e cittadini americani nella nostra città e in Toscana".
Se per Andrea Boccacelli, titolare di un albergo in zona, "verrebbe a mancare un presidio di sicurezza", per molti residenti temono anche un contraccolpo dal punto di vista economico. La presenza del consolato rappresenta un indotto importante per l’area, tra eventi istituzionali, personale diplomatico e turisti americani che spesso soggiornano proprio nei dintorni.
Daniela Boni, residente, aggiunge un altro punto di vista: "Rischiamo di perdere un presidio di sicurezza, anche se circoscritto alle vie immediatamente limitrofe al consolato americano. Basta allontanarsi di poco, infatti, e lo scenario cambia del tutto. Dal 1997 c‘è stato un declino della zona, ci sono persone che fumano crack sedute sugli scalini dei nostri portoni, si fanno di eroina all‘interno dei nostri palazzi, una situazione che peggiora di giorno in giorno".
C’è poi il tema della viabilità. La presenza del consolato impone rigidi controlli e limitazioni al traffico. La sua eventuale chiusura libererebbe l’area da queste restrizioni. Un aspetto sottolineato anche da Fabrizio Carabba, imprenditore della zona: "Se spostano il Consolato ce ne faremo una ragione e i fiorentini, così come i turisti di tutto il mondo, potranno finalmente riappropriarsi di uno dei panorami più belli in assoluto".