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Il consolato Usa di Firenze
Firenze, 2 marzo 2025 – Un intero distretto consolare in stallo. “Quello che sappiamo e che possiamo dire è che il Dipartimento di Stato regolarmente rivede le sue esigenze operative. Ancora non è stata presa alcuna decisione. Attendiamo comunicazioni”. Per il momento, il Consolato Generale degli Stati Uniti di Firenze sul Lungarno Vespucci non chiude i battenti. Ma tramite fonti ufficiali interne emerge una prima risposta, vista la delicatezza della faccenda e dei rapporti diplomatici tra Italia e Stati Uniti. Considerando quanto meno il contesto internazionale all’indomani dello strappo in mondovisione tra la presidenza Trump e l’Ucraina di Zelensky, tra Washington e l’Europa.
L’ipotesi, non confermata né smentita, ventilata dalla testata internazionale ‘Politico’ - corroborata da agganci interni allo stesso Dipartimento di Stato, più fonti vicine al team del tycoon - resta in piedi, con l’amministrazione repubblicana intenzionata a “ridurre drasticamente il Dipartimento di Stato, lasciando con meno diplomatici, un numero inferiore di ambasciate e un mandato più limitato”.
Secondo Politico, la nuova amministrazione punterebbe a “tagliare o eliminare uffici che promuovono le tradizionali iniziative di soft power, come quelle che promuovono la democrazia, i diritti umani e la ricerca scientifica”. Tra cui i diversi consolati di Firenze, diretto da Daniela Ballard. Insieme ai francesi Rennes, Lione, Strasburgo e Bordeaux. Ma anche quelli tedeschi (Dusseldorf, Lipsia, Amburgo) e portoghesi (Ponta Delgada). Già pronta la risposta di Palazzo Vecchio: “La democrazia si basa sulle relazioni internazionali, i consolati ne sono uno strumento fondamentale e non vogliamo che il consolato di Firenze venga chiuso. Sarebbe una decisione ingiustificabile, per la storicità del consolato americano in città, lo stretto rapporto tra due le comunità”, ha ribadito la sindaca Funaro. Consapevole anche della “lunga tradizione che lega Firenze agli Stati Uniti, come dimostra la presenza di tanti istituti e università americani. Siamo la seconda città in Italia per numero di programmi di studio all’estero, che portano qui migliaia di studenti ogni anno; farebbero un danno ai cittadini americani”.
Numeri che lo stesso consolato conferma a La Nazione, all’interno del perimetro di giurisdizione che coinvolge la Toscana, l’Emilia e lo Stato di San Marino (ad eccezione delle province di Parma e Piacenza. La popolazione delle 18 province comprese nel distretto consolare supera i 6 milioni e mezzo di abitanti. Le città principali sono Firenze, Bologna, Pisa, Siena, Lucca, Livorno, Prato, Arezzo, Modena, Ravenna, Ferrara, Forlì e Rimini).
Tradotto in numeri: 85mila americani con residenza permanente, 70 università americane e 18mila studenti compresi nel distretto consolare, in buona parte concentrati su Firenze. A San Marino il 10% della popolazione ha la doppia nazionalità sammarinese-americana, il che significa che 3mila persone possiedono passaporti in una nazione di 33mila abitanti.
Quanto al tessuto imprenditoriale a stelle e strisce presente sul territorio il dato è imponente. Ci sono oltre 200 aziende americane in Toscana. Nel distretto consolare le aziende americane impiegano circa 45mila persone. Baker Hughes, per fare un esempio, con sede a Firenze, è la più grande azienda privata della Toscana che impiega circa 5mila persone. A livello di inquadramento, il Consolato Generale degli Stati Uniti di Firenze è parte della missione diplomatica degli Stati Uniti in Italia, che comprende anche l’Ambasciata Americana a Roma e i Consolati Generali di Milano e di Napoli.
L’unità fiorentina, rappresenta il distaccamento più piccolo della missione, con un personale di 18 dipendenti italiani e 3 diplomatici americani. Due le sezioni operative, quella consolare per l’assistenza agli americani o in viaggio o residenti all’estero, quella politico-economica per mantenere i contatti e le relazioni con le personalità politiche locali, tra cui lo stesso Comune. Un maxi pacchetto di servizi le cui ricadute sarebbero “impossibili da quantificare” in caso di chiusura della sede di Lungarno Vespucci. Ma comunque possibile data l’operazione di spending review che l’amministrazione Trump potrebbe attuare con la nomina ad hoc di Elon Musk, il patron di Tesla e braccio operativo di Donald Trump, alla direzione del Department of Government Efficiency.