
Il corteo operaio del 5 aprile organizzato dal Collettivo di Fabbrica ex Gk
Un esposto alla Corte dei Conti sul Consorzio di sviluppo industriale della Piana fiorentina. E’ quello presentato dalla consigliera regionale di Fratelli d’Italia, Sandra Bianchini, che ha così dato seguito a quanto ‘annunciato’ la passata settimana. Esattamente sette giorni fa, infatti, la commissione sviluppo economico e rurale della Regione aveva dato parere favorevole a maggioranza, con il sì del Pd e del M5S e il voto contrario di Lega e FdI, allo schema di statuto e al Business Plan 2025/2027 proposti dalla delibera di giunta regionale che ha istituito il consorzio. Una legge ispirata dalla crisi dell’ex Gkn e per fare in modo, come spiegato proprio in commissione, "che quell’area possa essere recuperata, valorizzata e rimessa a disposizione di altre iniziative industriali".
Parallelamente il Collettivo di fabbrica "chiede la dichiarazione della pubblica utilità sull’area ex Gkn da parte del nascente Consorzio industriale pubblico della Piana fiorentina per dare in gestione l’area a chiunque la voglia veramente reindustrializzare". La consigliera Bianchini non ci sta e spiega il perché: "La delibera che è stata sottoposta al vaglio della Seconda commissione consiliare si limita a stabilire i costi del Consorzio a carico dei soggetti pubblici che ne faranno parte: si tratta di 316.400 euro l’anno da ripartire fra Regione, Comune di Campi, Comune di Firenze e Camera di Commercio di Firenze. Ma non stabilisce né compiti, né obiettivi del Consorzio. L’unica cosa che viene fissata è l’indennità che percepirà il futuro presidente che ammonta a 85.400 euro all’anno. Se invece qualcuno avesse chiaro lo scopo, perché non dichiararlo?".
Per poi aggiungere: "Non comprendiamo quindi come si possano tutelare i lavoratori o rilanciare un’area industriale attraverso uno strumento che non ha degli obiettivi specifici da raggiungere. Su tutta la vicenda della ex Gkn la nostra priorità è garantire stipendi arretrati, Naspi e Tfr ai lavoratori che non hanno ancora trovato una nuova collocazione". Quindi l’affondo finale: "A oggi il Consorzio della Piana è solo l’ennesimo ‘carrozzone’ pubblico e per giunta senza finalità. Se i Consorzi fossero una nuova modalità di fare impresa, pur non condividendone l’impostazione, sarebbero uno strumento interessante e da prendere in considerazione ma qui siamo di fronte a qualcosa che non ha né capo, né coda". Da qui la decisione dell’esposto: "Attendiamo la sentenza della Corte dei Conti che ci dirà in modo innegabile se siamo solo di fronte a uno spreco di risorse pubbliche".