NICCOLO' GRAMIGNI
Cronaca

Carceri, a Firenze continuità terapeutica a detenuti a fine pena

Intesa tra Comune di Firenze, Garante dei detenuti, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Asl Toscana Centro e Società della salute di Firenze

Il carcere di Sollicciano

Il carcere di Sollicciano dove è stata studiata una procedura che garantisca assistenza sociosanitaria e continuità terapeutica a quei detenuti in sospensione di esecuzione della pena e a fine pena

Firenze, 12 dicembre 2024 - Comune di Firenze, Garante dei detenuti, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Asl Toscana Centro e Società della salute di Firenze hanno lavorato a una procedura che garantisca assistenza sociosanitaria e continuità terapeutica a quei detenuti in sospensione di esecuzione della pena e a fine pena. L'obiettivo del progetto, viene spiegato, è “dare un collegamento fra la presa in carico iniziata nel periodo di detenzione e il dopo, per garantire una adeguata assistenza sanitaria, socio-sanitaria o sociale con riflessi importanti di protezione anche all’esterno, per tutta la comunità in generale”.     

I destinatari sono persone che hanno appunto ricevuto pena detentiva residenti sul territorio del Comune di Firenze in condizioni di salute tali da non poter rispondere, in base a quanto previsto dall’ordinamento penitenziario e su disposizione del Tribunale di Sorveglianza, ai trattamenti e alle terapie curative disponibili nell’ambito del circuito penitenziario, e persone detenute che escono per fine pena, per quanto riguarda le azioni per garantire la continuità terapeutica, assistenziale e di cura. “È il risultato di un lavoro di confronto che abbiamo intrapreso da inizio mandato con l’azienda sanitaria e tutti i soggetti coinvolti e un impegno preso già a fine agosto durante il mio primo sopralluogo da assessore al carcere di Sollicciano – spiega l’assessore al welfare Nicola Paulesu –. In questo modo vogliamo dare una risposta strutturata a una problematica che era emersa in più occasioni e che richiedeva una procedura più codificata per potersi attivare rapidamente ove ritenuto necessario”.   

“Si parla di situazioni che vedono detenuti con gravi problematiche di salute, non compatibili quindi con il regime carcerario, che sono oggetto di ricognizioni e analisi puntuali e precise, ma anche di detenuti a fine pena per garantire la continuità terapeutica e di cura”, conclude Paulesu.