Il consigliere e il conto salato: “Cento euro per due risotti”. Ma l’oste replica: “Era tartufo bianco”

Pranzo di traverso per il consigliere Santarelli: “Mi sono pure tagliato il dito per un bicchiere rotto”. La titolare: “Ordinato una mazzancolla fresca e taglierino con 12 grammi senza guardare il menù”

Un tagliolino al tartufo (Foto di repertorio)

Un tagliolino al tartufo (Foto di repertorio)

Firenze, 13 ottobre 2024 – “Cento euro per due risotti. E mi sono pure tagliato un dito. Sono rimasto senza parole, basito”. “Sì, ma la mazzancolla al curry con riso tostato costa 45 euro e il risotto al tartufo bianco costa 50. Tutto rigorosamente a menù. Se solo lo avesse letto...”. Il pranzo della discordia, a quanto pare. È quello andato in scena lo scorso 3 ottobre, in un noto ristorante in zona San jacopo. “Vittima” dello scontrino salato è Luca Santarelli, consigliere comunale in Palazzo Vecchio, nonché presidente dell’ottava Commissione (Politiche per la promozione della legalità). Che sceglie, a distanza di qualche giorno, di metterci la faccia pubblicando un post su Facebook con tanto di scontrino da 101 euro per denunciare il tutto. Divenuti 90 dopo la “disavventura“ del taglio al dito per colpa di un frammento di vetro di un bicchiere lasciato “per errore” sul tavolo.

Il fatto: “Non sono solito pranzare fuori - racconta Santarelli a la Nazione -. Ma quel giorno, dopo una visita alla Biennale, volevo festeggiare con un’amica l’ingresso in consiglio comunale. Pioveva a dirotto, volevamo mangiare un boccone al volo e siamo tornati in un locale in cui ero già stato una trentina d’anni fa. Al nostro arrivo, l’ombrello fradicio è stato messo dentro al cappotto della mia amica. Ci siediamo, ma appena appoggio la mano sul tavolo finisco per tagliarmi un dito. Il cameriere mi guarda, seccato, sapendo di aver rotto un bicchiere mentre apparecchiava. Eravamo di fretta e ordiniamo senza guardare il menù, chiedendo due risotti agli agrumi. Risposta secca del locale: “Non li facciamo“. Veniamo serviti allora con un risotto al curry e gamberetti. Risultato? Due primi e un’acqua naturale: 101 euro. Sbircio lo scontrino e leggo: due secondi. Ma mi sento dire: “Signore, il conto è giusto“. Sono tuttora dispiaciuto e amareggiato. Se decido di mangiar fuori, se i prodotti son di qualità non rimpiango i danari spesi. Ma il riso lasciava a desiderare, il trench era divenuto inutilizzabile perché zuppo d’acqua e lo scontrino mi ha lasciato allibito”. A tutto ciò si aggiunge la pioggia di commenti social, più recensioni a stella singola su Trip Advisor dal titolo: “Mai più”.

Che replica il locale? “Il menù, per legge è già consultabile fuori dal ristorante e riposto su ogni tavolo - rivendica la titolare -. Non posso ritenermi responsabile se un cliente non lo consulta e non chiede i prezzi prima di ordinare. Quanto all’ordine: non sono stati scelti due risotti ma una mazzancolla fresca, grande, sgusciata e senza testa, al curry con riso tostato. È un piatto che, da menù, costa 45 euro. L’altra comanda era un taglierino al tartufo bianco. Non usciamo olii, burro o essenze chimiche, ma grattiamo dai 10 ai 12 grammi sopra al taglierino. Considerando il mercato, non può costare meno di 50 euro”. Ma perché battere nello scontrino due secondi e non due primi? “Abbiamo battuto la somma intera con 4 euro di coperto a persona. Per il taglio al dito siamo mortificati: non ci eravamo accorti che un bicchiere aveva perso un angolino del fondo”.

F.I.