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Presidio al tribunale di ’Persone in cammino’. E il mondo ’no vax’ continua a vivere in rete.
Era il 20 febbraio 2020 quando il Covid fece capolino in Italia nella persona del ’paziente 1’ di Codogno. Il primo di una lunghissima serie di tamponi positivi, molti dei quali si tradussero poi in gravissime patologie e morti: sono state 197mila i decessi solo nel nostro Paese. Un drammatico bilancio su cui, fin da subito, qualcuno ha avuto da ridire. E continua ancora oggi, cinque anni dopo. Come l’associazione ’Persone in cammino’, diventata tale nel settembre 2024, ma viva come rete già nel 2022. All’interno c’è chi ha subito, direttamente o indirettamente, gli effetti collaterali più o meno gravi del vaccino contro il Covid. Ieri un gruppo di ’danneggiati’ appunto, si è dato appuntamento di fronte al tribunale di Firenze, animati da Barbara Balanzoni e al fianco di Simonetta Filippini, moglie di Enzo Galli, caso emblematico di cure contestate.
Tra le loro richieste: che siano condotte delle indagini e che venga costituita una commissione di inchiesta che faccia luce sulle morti per il Covid e sulle conseguenze dei vaccini. Chiedono verità, convinti che qualcuno l’abbia tenuta loro nascosta, perché in mano a una "dittatura sanitaria" Si muovono per le piazze e sui social ovviamente. Esattamente come in piena pandemia facevano i ’No Vax’, da cui però tengono a prendere le distanze pur condividendo qualche convinzione. Le teorie complottiste sono state una conseguenza della pandemia, tanto quanto le passioni culinarie tra le mura domestiche. Se le seconde, però, sono state abbandonate o messe nelle cassetto insieme alle mascherine, le prime sono sopravvissute fino ad oggi, complice anche la campagna vaccinale: chi prima sollevava dubbi sull’esistenza del virus, ha poi rivolto le sue perplessità sulla cura. Le battaglie dei cosiddetti ’No vax’ nascevano nel sottobosco, si alimentavano al bar e nei gruppi social, per poi sfociare nelle piazze con rappresaglie contro le disposizioni di governo. Rifiutavano il vaccino, boicottavano l’obbligo di green pass, e si ribellavano ai decreti. E oggi? Che fine hanno fatto cinque anni dopo?
Sono ancora lì, in quelle chat Telegram da migliaia di iscritti, a scambiarsi informazioni di dubbia provenienza e citando sedicenti ricerche scientifiche. Proseguono nelle azioni di volantinaggio e imbrattamento dei muri, di cui poi si scambiano orgogliosamente le foto nei gruppi. La loro firma è una ’W’ dentro un cerchio, riferimento cinematografico del film "V per vendetta" nonché acronimo di ’Vivi’. Si chiamano ’guerrieri’ e all’occasione, tra i nemici, hanno anche il 5G.
Teresa Scarcella