
Il cigno della "Leda" di Francesco Melzi, dipinto conservato alla Galleria degli Uffizi, pare che sia un’oca. Ne è sicuro Riccardo Magnani, tra i massimi studiosi di Leonardo Da Vinci: nel suo ultimo libro "Leonardo e il Rinascimento fiorentino, l’autore ricostruisce un significato ben diverso della simbologia del quadro.
Magnani, perché i suoi studi hanno puntato l’attenzione su questo quadro?
"Leda col Cigno è un dipinto perduto su tavola di Leonardo databile circa del 1500. La sua prima menzione risale al 1540 circa ad opera dell’Anonimo Gaddiano; nel 1590 venne ricordato in Francia da Lomazzo assieme a quello che viene considerato erroneamente il ritratto di Lisa del Giocondo. Nel 1625 Cassiano dal Pozzo la descrisse nella stessa collezione reale di Fontainebleau come in cattive condizioni conservative. Alla fine del XVII secolo se ne persero le tracce".
Cosa c’entra il Melzi?
"Del dipinto originale sopravvivono oggi solo un certo numero di studi e 9 copie e varianti di allievi e imitatori: le migliori alla Wilton House di Salisbury, alla Galleria Borghese di Roma e soprattutto quella agli Uffizi di Firenze, appunto opera del Melzi. La vicinanza tra l’autore e Leonardo presuppone una certa fedeltà riproduttiva. Ma la parte superiore non è di un cigno". Da cosa lo capisce?
"Da incongruenze, che tali non sono: il becco arancio, il piumaggio grigiastro, le zampe nere e una smagliante dentatura. Il colore del becco di un cigno degrada dall’arancio al nero in prossimità dell’attaccatura del piumaggio e non ha quei denti. Quello ritratto dal Melzi è un’oca selvatica Graylag, ma solo nella parte alta del corpo. La parte bassa, invece, contraddistinta dalle zampe nere, è effettivamente quella di un cigno".
Perché il Melzi, avrebbe dovuto dipingere un animale chimera?
"Lo sapremmo se le nostre conoscenze non fossero state in parte orientate dall’atteggiamento assunto dalla Chiesa tra il XV e XVI secolo per osteggiare sul nascere il fondamento neoplatonico che è alla base della più importante rivoluzione culturale: il Rinascimento. Il mito di Leda racconta che Zeus, innamorato di Leda si trasforma in un cigno per accoppiarsi con lei, ma solo dopo che la fanciulla si è trasformata in oca per sfuggirgli. L’oca dunque rappresenta una metamorfosi del cigno" .