REDAZIONE FIRENZE

Coppia fatta a pezzi, arrestata una donna: è la ex compagna del figlio

La donna è accusata di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri dei due coniugi.

Elona Kalesha (nel tondo) e i carabinieri fuori dall'abitazione in cui è stata arrestata

Firenze, 22 dicembre 2020 - Svolta nell'omicidio dei coniugi albanesi Teuta e Shpetim Pasho ammazzati e fatti a pezzi, infine rinchiusi in 4 valigie ritrovate per caso nei giorni scorsi in un campo a ridosso della recinzione perimetrale posteriore del carcere fiorentino di Sollicciano, lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno (Fi-Pi-Li). Stamani i carabinieri del comando provinciale di Firenze hanno arrestato una donna di 36 anni albanese pregiudicata.

Si tratta di Elona Kalesha, ex fidanzata di Taulant Pasho, figlio della coppia dei coniugi uccisi. La donna, albanese anche lei, all'epoca della sparizione di Teuta e Shpetim Pasho, conviveva con Taulant. Secondo il decreto di fermo disposto dal Pm Ornella Galeotti la donna è accusata di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri dei due coniugi.

Parla un vicino di casa di Elona / Video

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La donna è stata arrestata a Firenze ed è stata condotta nella caserma fiorentina dell'Arma di Borgognissanti. Elona, durante l'interrogatorio, si avvalsa della facoltà di non rispondere. La donna  è stata condotta nel carcere di Sollicciano in attesa della convalida del provvedimento davanti al giudice, che avverrà nei prossimi giorni.

Ecco l'appartamento dove è stata arrestata Elona / Video

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Il pm Ornella Galeotti ha stabilito un fermo «per pericolo di fuga». È quanto stabilisce il decreto di fermo eseguito prima delle 7 dai carabinieri nell'appartamento di via Felice Fontana a Firenze dove la donna attualmente vive. L'arrestata era da sola in casa al momento dell'esecuzione del provvedimento. Secondo quanto appreso Elona Kalesha risulta titolare di partita Iva e lavora nel ramo delle pulizie.

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Nel frattempo procedono senza sosta le indagini che hanno portato a un altro importante tassello: il sequestro di due immobili. Il primo riguarda un appartamento alla periferia nord di Firenze, in via Felice Fontana, mentre il secondo riguarda il garage di via del Pantano a Scandicci annesso all'appartamento dove Elona Kalesha e Taulant Pasho abitavano ai tempi della loro relazione, nel 2015.

Ma andiamo con ordine: il garage era già entrato negli atti dell'inchiesta, non foss'altro perché negli anni la coppia era stata al centro delle proteste dei vicini per i cattivi odori che arrivavano sia dal garage che dall'appartamento. Ma chi a suo tempo fece i sopralluoghi nella palazzina rossa al confine fra Firenze e Scandicci rilevo' solo una situazione di scarsissima igiene rilevo' che i cattivi odori derivavano dalle pessime cure riservate ai cani che i due detenevano e alle continue nuove cucciolate.

Nulla a che fare pero' con il possibile odore di cadavere in decomposizione. Si puo' supporre, almeno fino ai nuovi elementi emersi dall'indagine e al sequestro di oggi. A dodici giorni dalla scoperta della prima valigia all'interno di un appezzamento di terreno che corre lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno gli avvenimenti di oggi rappresentano una svolta importante per fare luce sul duplice omicidio. Le tessere del mosaico sono comunque ancora tante. Resta da capire chi ha materialmente ucciso e successivamente fatto a pezzi Shpetim e Teuta. E per quale motivo.

Se le valigie sono state portate successivamente nel campo vicino a Sollicciano o se prima dell'abbandono nel terreno sono state conservate da qualche altra parte con i resti che intanto iniziavano a decomporsi. Che ruolo ha giocato il 'tesoretto' di circa 40mila euro che conservava Pasho senior. E di chi erano quei soldi? Insomma, sono tante le piste aperte. Non ultima quella che riguarda proprio il figlio della coppia. Taulant, 34 anni, latitante in Italia per reati in materia di stupefacenti e detenuto in un carcere della Svizzera nel Cantone di Aargau (Argovia) per il reato di furto con scasso e violazione di domicilio. Non ci sono accuse a suo carico, ma molti sono gli interrogativi a cui gli investigatori intendono dare risposte. Tra tutte la coincidenza del 2 novembre del 2015. In questo giorno di cinque anni fa Taulant esce dal carcere fiorentino di Solicciano e, nelle stesse ore, si perdono le tracce dei genitori. L'uomo, latitante per l'Italia per reati in materia di stupefacenti, deve scontare ancora 3 anni e 11 mesi circa di reclusione.

L'avvocato di Elona: "Chiedeva di testimoniare" 

«Su mia indicazione, come è prassi in questi momenti, la signora Elona Kalesha non ha ritenuto di fare dichiarazioni al magistrato nella caserma dei carabinieri dove è stata portata dopo il fermo, perché riteniamo opportuno che sia più corretto leggere prima il decreto che dispone la misura» stessa. Lo ha spiegato l'avvocato Federico Febbo, difensore della donna. Il legale comunque ha evidenziato che dalla seguente attribuzione dei resti ai Shpetmi e Tauta Pasho «la mia assistita ha manifestato la sua disponibilità a farsi sentire dagli inquirenti per dare un contributo, però non è mai stata convocata» mentre invece «durante le indagini a suo tempo fatte sulla scomparsa dei coniugi Pasho - prosegue il difensore - mi risulta che sia stata sentita come persona informata sui fatti», «perciò - conclude l'avvocato Febbo - questo fermo desta sorpresa e anche la mia assistita è rimasta sconvolta».

La ricostruzione della vicenda

IL RITROVAMENTO DELLE VALIGIE - Le indagini dei carabinieri sono iniziate lo scorso 10 dicembre quando per caso un pensionato ha trovato la prima delle quattro valigie dell'orrore nel campo che stava ripulendo dalle erbacce. In poco tempo i militari dell'Arma diretti dal tenente colonnello Carmine Rosciano sono riusciti a risolvere molti misteri, a partire da quello delle identità dei due cadaveri fatti a pezzi. I carabinieri hanno, inoltre, individuato anche il latitante Taulant Pasho, che era irreperibile da quattro anni: si trova detenuto in una prigione del cantone tedesco di Aargau (Argovia) dal 16 ottobre 2020 per il reato di furto con scasso e violazione di domicilio. L'uomo era evaso dagli arresti domiciliari nel novembre 2016 da un'appartamento di Firenze e da allora aveva fatto perdere le sue tracce in Italia, tornando in seguito in Albania. Dopo la sua localizzazione nella prigione elvetica, la Procura di Firenze, diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, ha provveduto a far effettuare l'internazionalizzazione di un provvedimento di carcerazione definitivo a carico del 33enne che deve scontare 3 anni e 11 mesi circa di reclusione per reati di droga

LA DENUNCIA DI DORINA - Fu Dorina Pasho, figlia della coppia uccisa e sorella di Taulant, l'8 novembre del 2015 a denunciare come data della misteriosa scomparsa dei genitori quella del 2 novembre precedente, lo stesso giorno in cui il fratello era uscito dal carcere di Sollicciano. Arrestato una seconda volta sempre per traffico di droga nel 2016 (fu trovato con 6 kg di marijuana) e messo ai domiciliari, nel giro di poche settimane era evaso dagli arresti si era reso irreperibile.

CONTROLLI NELLA CASA DI TAULANT - L'abitazione in cui alloggiò agli arresti domiciliari Taulant Pasho fu controllata più volte dalle forze dell'ordine, tra il 2016 e il 2017. Nel luogo non fu mai rilevata alcuna traccia di cadaveri in decomposizione. Le verifiche erano state fatte anche perché i condomini avevano segnalato un persistente tanfo, ma gli accertamenti hanno sempre rilevato solo la presenza dell'odore di escrementi. L'unità abitativa, con garage pertinente, era stata oggetto di diverse segnalazioni, da parte di alcuni condomini, di cattivi odori che venivano ricondotti alla presenza di alcuni cani non debitamente curati. Le lamentele furono rappresentate al Nucleo Provinciale Guardie Zoofile di Firenze, che, a conclusione di diversi sopralluoghi (dal novembre 2016 al gennaio 2017), informò l'autorità giudiziaria evidenziando una situazione di scarsa igiene e non corretta cura degli animali domestici. Nel corso dei controlli, infatti, era stata rilevata la presenza di escrementi ed urina non raccolti.

CHILI DI MARIJUANA NEL GARAGE - Nel giugno 2016 i carabinieri avevano rinvenuto all'interno del garage di pertinenza dell'abitazione 6 kg di marijuana, dopo aver perquisito l'immobile. Al termine del controllo Taulant Pasho fu arrestato per detenzione ai fini di spaccio. Cinque mesi dopo iniziò la latitanza. Al vaglio degli inquirenti, nei giorni scorsi, tutte le frequentazioni della coppia albanesi, dei loro familiari e in particolare delle due figlie Dorina e Vittoria, peraltro sottoposte al test del Dna. Le due sorelle sono state sentite a lungo dagli investigatori e dal pm come persone informate dei fatti. Anche la versione dell'ex fidanzata di Taulant Pasho è stata raccolta dagli investigatori. Tra le ipotesi dell'assassinio resta in piedi anche una pista che riguarda 40mila euro scomparsi, somma che Shpetim Pasho portava con sé. Non è chiaro se questa somma fosse il risarcimento dopo un grave incidente nel quale era rimasto coinvolto in Albania e che gli aveva procurato un'invalidità fisica.

AUTOPSIE - Le indagini da parte del medico legale, dopo le autopsie sui cadaveri, hanno accertato che Shpetim Pasho fu ucciso con un fendente alla gola, procurato da in machete, mentre la moglie Teuta fu massacrata di botte e strangolata.