REDAZIONE FIRENZE

Coronavirus, Burioni attacca la Regione sulla quarantena. Rossi: "Seguiamo il ministero"

Il virologo: "Non capisco per quale motivo la Regione si intestardisca ad affermare che la quarantena non è necessaria. Sarebbe un minimo sacrificio per i 2.500 cittadini che porterebbe però una grandissima sicurezza per tutti gli altri"

Il virologo Burioni e l'assessore Saccardi

Il virologo Burioni e l'assessore Saccardi

Firenze, 19 febbraio 2010 - Continua il botta e risposta, sulla quarantena dopo il ritorno da aree a rischio, tra l'assessore al diritto alla Salute Stefania Saccardi e il virologo Roberto Burioni"Non riesco a capire per quale motivo la Regione Toscana si intestardisca ad affermare che la quarantena non è necessaria. Sarebbe un minimo sacrificio per i 2.500 cittadini che porterebbe però una grandissima sicurezza per tutti gli altri". Non ha dubbi dunque Burioni sulla  necessità di un periodo di isolamento per chi in questi giorni sta rientrando dalla Cina spronando la Regione Toscana alla "prudenza".

"Nessuno - aggiunge - pretende che vengano rinchiusi in un carcere: basterebbe chiedergli di rimanere a casa per due settimane. La stessa cosa che molte multinazionali chiedono ai loro dipendenti che tornano dalla Cina". Ad avviso del docente del San Raffaele di Milano, in effetti, la decisione della Regione di aprire un ambulatorio dedicato all'Osmannoro per visitare i pazienti a rischio che presentano alcuni sintomi associabili al Coronavirus non può bastare.

"Limitandosi come leggo - evidenzia - ad aprire un ambulatorio nel quale queste persone potranno recarsi in caso di malattia, quindi troppo tardi, la Regione Toscana decide di fare correre ai suoi cittadini un rischio evitabile con un minimo disagio per pochissimi di loro". La decisione, accusa Burioni, "è a mio giudizio sbagliata".

Il virologo chiude il ragionamento con una scia polemica: "Speriamo che una buona dose di fortuna possa compensare l'azzardo. Se non succederà niente, qualcuno dirà che è stato un allarme inopportuno". "Certamente - avvisa - sono gli stessi che quando rivendono l'automobile con l'airbag intatto si lamentano della spesa che hanno sostenuto per qualcosa che si è rivelato inutile, perché non sono andati a sbattere".

ROSSI - E sui social ormai è lotta aperta fra il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e il virologo Burioni. Tornando su Facebook sulla polemica accesa dal docente del San Raffaele di Milano circa la necessità che la Regione chieda ai cittadini che rientrano dalla Cina un periodo di quarantena, il governatore ribatte nuovamente e alzando il tiro: "La Toscana- afferma- in materia di prevenzione contro il Coronavirus, seguendo le linee nazionali di sorveglianza attiva, sta facendo più di tutte le altre Regioni. Chi ci attacca o non è bene informato o è in malafede o è un fascioleghista". A strettissimo giro arriva la replica di Burioni: "Il presidente della Regione Toscana, che secondo me sottovaluta il rischio del Coronavirus esponendo a rischi evitabili i propri cittadini, afferma che chi lo critica o è male informato o è fascioleghista. Lo stesso presidente che nella sua regione offre l'omeopatia all'interno del sistema sanitario. Complimenti davvero". E aggiunge commentando l'intervento di Rossi: "Il post è vero. Incredibile, ma vero".

NARDELLA - "Io ho grande stima e rispetto per il professor Burioni che tra l'altro si è contraddistinto per una battaglia trasparente e forte su tutto il tema delle vaccinazioni. Confido nel fatto che la Regione Toscana, che ha professionalità eccellenti e che ha le competenze per questo tipo di situazioni, assicuri tutte le misure possibili e praticabili per la sicurezza della salute non solo della comunità cinese ma anche di tutta la comunità" in generale, dice il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine della seduta del Consiglio metropolitano, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulle dichiarazioni del virologo Roberto Burioni in merito alla Regione Toscana. "Del resto - ha concluso Nardella - noi sindaci non possiamo che essere vigili nel raccogliere gli input che arrivano dal territorio, come sicuramente il sindaco di Prato sta facendo, ma allo stesso tempo applicare le misure che vengono dalle autorità sanitarie ed è a queste che ci dobbiamo rifare".