Il Mugello e i suoi anziani pagano un alto prezzo all’epidemia. Il coronavirus Covid-19 si conferma letale per le persone della terza età, e si contano già cinque decessi. Ieri si è avuta notizia degli ultimi due. Oltre a Giandomenico Iannucci, medico che lavorava a Scarperia e San Piero – ne scriviamo nelle pagine precdenti, ndr –, è scomparsa Adriana Vannetti, ultraottantenne molto conosciuta a Vicchio dove, fino a pochi anni fa, abitava con i figli Andrea e Romina. La sua era stata una vita nella tranquilla provincia mugellana insieme al marito che conduceva un’impresa edile. Poi la morte di lui, l’aggravarsi di qualche acciacco e delle condizioni di salute e il trasferimento presso la residenza sanitaria Villa San Biagio di Dicomano. Proprio qui, già indebolita dall’età, Adriana Vannetti sarebbe stata tra i primi contagiati.
Un caso particolare il suo perché, se tanti sono stati i contagiati tra ospiti e operatori della struttura, pochi di questi mostrano al momento sintomi (solo tre a parte Adriana Vannetti, che comunque si trovava in ospedale, spiega il sindaco di Dicomano Stefano Passiatore) e nessuno di loro in maniera grave. Per lei, invece, la malattia ha concorso alla morte, e ora ai familiari e ai figli non resta che piangerla, senza neanche la possibilità di un funerale nel quale il paese possa salutarla.
Intanto, si apprende, anche gli operatori della Rsa sono stati sottoposti a tampone, e tra loro i positivi sarebbero stati ‘solo’ 9 su circa 40. Ma la storia della deceduta di Vicchio non è isolata in Mugello. Era residente a Vicchio anche l’uomo di 83 anni morto martedì a Ponte a Niccheri, e anche lui arrivava da una casa di cura (nei dintorni di Pontassieve) dove si trovava ormai da molti anni. Prima di loro il Covid-19 era risultato letale per altri due mugellani. La prima vittima del territorio, circa 10 giorni fa, era stata Maria Grazia Paoli, dicomanese di 72 anni in memoria della quale sono state raccolte donazioni in favore dell’ospedale del Mugello.
Alcuni giorni dopo era toccato invece a un 68enne di Vaglia, a Bivigliano. Fabrizio Bini era anche lui molto conosciuto in paese, sposato con una figlia e con nipoti. Si era sentito male la settimana precedente alla morte. Così martedì 24 marzo era stato portato in ospedale e, inizialmente, era stato ricoverato in condizioni definite ‘stabili’. Il suo, però, sarebbe stato comunque un quadro clinico non facile, anche a causa di precedenti patologie che lo avevano colpito gravemente negli anni scorsi, lasciando le loro conseguenze. Insomma, non possiamo abbassare la guardia. E il presidente della Società della Salute del Mugello, Filippo Carlà Campa, invita ancora una volta a rimanere in casa ed evitare i contatti.
Nicola Di Renzone