Ilaria Ulivelli
Cronaca

Asl Toscana Centro, morti con coronavirus: il 33% in Rsa

I dati dell'area in cui c'è la metà delle strutture toscane: dei 339 decessi, 115 in casa di riposo. Covid fatale per l’1,9% degli ospiti

Un malato trasferito da una Rsa

Un malato trasferito da una Rsa

Firenze, 26 aprile 2020 - Un virus che brucia le enciclopedie della nostra memoria, le radici dei nostri affetti più cari. Che colpisce e porta via chi, il numero di anni che porta addosso, insieme agli acciacchi, ha reso più fragile ed esposto al demone Covid, trasformando tante residenze sanitarie assistite in case di riposo eterno. La ferita provocata da questi decessi resterà aperta. Per sempre. Ma in Toscana, nonostante il coronavirus sia riuscito a entrare in tante Rsa, l’intervento della Regione ha evitato esiti peggiori. Con tre ordinanze il governatore Enrico Rossi ha fatto prendere in carico i pazienti ammalati dal sistema sanitario pubblico, commissariando le strutture che non erano in grado di curarli e proteggerli da sole. Ora parlano i numeri. Dall’inizio dell’epidemia nelle 167 case di riposo e per disabili nell’area dell’Asl Toscana centro (che rappresentano la metà delle strutture presenti in tutta la regione: 322) sono stati registrati 115 decessi, dei quali 82 avvenuti in ospedale, 27 in Rsa e 6 a casa. Gli ospiti presenti nelle strutture dell’Asl Toscana centro a oggi sono poco meno di 6.000 (anche se la capacità di accoglienza è di oltre 7.500 persone) e dunque la percentuale delle morti si ferma all’1,9% del totale. Anche se resta angosciante il numero: i 115 decessi delle Rsa rappresentano il 33% del totale dei 339 morti registrati alla data del 24 aprile nelle province di Firenze, Prato e Pistoia. Per avere la percentuale più precisa ai 339 decessi bisognerebbe aggiungere il numero delle morti registrate nei quattro comuni della provincia pisana che completano il quadro dell’Asl Toscana centro e cioè Montopoli Valdarno, Santa Croce sull’Arno, San Miniato e Castelfranco di Sotto (si tratta di una decina di casi). Il 33% è una percentuale elevata ma resta comunque molto al di sotto della media italiana che si attesta al 43%, superata dai numeri dell’Emilia Romagna (57%) e della Lombardia (53%), sorpassate anche da altri paesi europei. Osservando i dati dello studio fornito dall’Istituto superiore di sanità, emerge che il numero delle morti che sono o potrebbero essere legate alla pandemia rappresentano il 40% del totale dei decessi avvenuti tra il primo febbraio e 17 aprile in circa mille mille Rsa italiane prese in esame. In quel lasso di tempo sono state registrate, in tutto, 6.773 morti, delle quali 2.724 causate direttamente dal Covid (364) o da sintomi simil influenzali (2.360) attribuibili al coronavirus, anche se alla persona deceduta non era stato fatto il tampone. Le percentuali variano molto da regione a regione. In Lombardia i pazienti morti per Covid o sintomatologia compatibile sono stati il 6,7% degli ospiti, in Emilia il 4% e in Toscana il 2,1%. Un dato, quello della survey dell’Iss, che in Toscana non si discosta molto da quello rilevato tra i decessi resi noti nelle strutture della Asl Toscana centro, aggiornato dall’inizio dell’epidemia al 24 aprile, l’1,9% degli ospiti. Il quadro nella nostra regione oggi è molto più chiaro, è quasi concluso, lo screening a tappeto effettuato su ospiti e operatori delle Rsa e Rsd, circa 36mila test sierologici eseguiti. Nell’Asl Toscana centro sono stati effettuati quasi 6.000 test agli ospiti. I positivi o dubbi sono poi stati sottoposti a tampone: ora risultano con coronavirus 594 persone, quasi il 10%. Dallo screening sugli operatori emerge che su circa 5.800 sottoposti a esami, 181 è positivo: poco più del 3%. © RIPRODUZIONE RISERVATA