Firenze, 26 marzo 2020 - Vantano un portafogli di decine di clienti i pusher che hanno scelto l’angolo tra piazza dei Ciompi e Sant’Ambrogio, come propria base operativa. Ma non sembra bastargli, troppo poche rispetto al giro di persone che avevano prima delle restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus. Infatti, raccontano i residenti, che sono diventati sempre più insistenti e aggressivi. “Allungano la roba fin sotto il naso pur di venderla”.
Nemeno l’emegenza Coronavirus ferma il mercato dello spaccio che corre fino a via Palazzuolo e via Panicale. Nel giardino di piazza dei Ciompi oramai gli spacciatori sono visi noti e, volente o nolente, sono diventati parte del tessuto sociale del rione. “Ed è pieno anche di drogati alla ricerca disperata di una dose. Non ne possiamo più, da quando le attività sono chiuse girano solo brutti ceffi” racconta uno dei pochi commercianti rimasti aperti in Sant’Ambrogio. A volte provano ad entrare dentro le attività o cercano di vendere droga alle persone in fila ai supermercati o alle farmacie. Sono dispettosi e violenti, ci raccontano i residenti, e offrono droga in cambio di pochi euro. Un’invasione che non risparmia nemmeno San Lorenzo dove, proprio lì dove c’erano i banchi del mercato, ora ci sono i pusher. Qui, gli affari si fanno tra Borgo la Noce, via Panicale e via dell’Ariento, nei pressi del parcheggio e in via Sant’Antonino, nel tratto tra la sala scommesse e la lavanderia. “Se provi a guardarli ti minacciano. Abbiamo paura a uscire di casa” si sfoga un abitante.
Da via Palazzuolo, il comitato di residenti lancia l’sos: “La vedetta è sempre lì, al solito punto. Chi vendeva alcol continua a farlo e le regole anti assembramenti non sembrano valere” spiega un membro del comitato Palomar Palazzuolo. Per non parlare della droga che corre lungo le stradine limitrofe: negli angoli si spaccia e si consuma. In San Jacopino non va meglio. Il comitato Cittadini attivi San Jacopino non ne può più: “Sotto le nostre finestre bivacchi, spaccio e alcol a fiumi. Capiamo l’emergenza sanitaria ma servono più controlli”.