Firenze, 22 febbraio 2019 - "Firenze è una città che non ha ancora capito cosa vuol fare da grande. E' uscita da una sua storia ottocentesca, da una vivacità tra le prime in Europa nel XX secolo mentre oggi è un turistodromo e non sa cosa fare di se stessa. Una parte della città, il centro soprattutto aveva un'identità forte, era fatto di negozietti, di artigianato, è diventato un duty-free come quello degli aeroporti. Se non mi dicessero dove sono potrei essere ad Hong Kong. Si deve far partire un dibattito dal basso, di cittadini". Sono le parole del critico d'arte Philippe Daverio, intervenuto oggi a Firenze per la presentazione di Tourisma. Sul futuro della città di Firenze, ha aggiunto Daverio, "la società civile dovrà dire la sua. Si ripropone ovunque il problema delle città d'arte che affogano nel turismo di massa, ma il fenomeno non è di per sé".
Daverio ha espresso un parere anche in merito all'ipotesi di prezzo di 45 euro per visitare il Corridoio Vasariano che riaprirà nel 2021: "45 euro per vedere il Corridoio Vasariano quando riaprirà un prezzo alto? Non mi sembra: la gente spende delle cifre per andare a vedere una partita di football, vorrei che la cifra spesa per andare a vedere il Corridoio Vasariano fosse equiparabile a quella per la partita di calcio, almeno". "Trovo questo polemiche sui biglietti abbastanza strane - ha aggiunto Daverio - Il dibattito sul fatto se il museo debba essere pagato meno è sempre aperto ma io sono arrivato ad un conclusione seria: il museo deve essere molto costoso, ma con degli sconti per categorie, non ho mai capito per quale motivo un giapponese per andare alle Seyschelles si compra di vestiti appositi e spende una cifra folle e per andare Pompei ci va in ciabatte pagando nulla. Allora a mio parere dovrebbe pagare Pompei come un viaggio alle Seyschelles".
Dunque secondo Daverio, il prezzo del biglietto che servirà per accedere al Corridoio Vasariano "è giusto, anzi dovrebbe essere 50 euro 60 euro ma poi devo fare lo sconto agli studenti, ai vecchietti, ai nuclei familiari - non si tiene mai conto del fatto che se uno ci va con la moglie e tre bambini spende 300 euro - allora la cultura va inserita attraverso meccanismo di mercato. Non capire che debba essere necessaria una progettualità di tipo commerciale è un errore; il prezzo alto legittima la qualità e la riduzione al singolo del prezzo alto genera una simpatia che vale da sola milioni di euro spesi in inutile comunicazione".
TOURISMA
Tre giorni di workshop e conferenze su archeologia e turismo culturale: si è aperta al palazzo dei congressi di Firenze la quinta edizione di Tourisma, il salone organizzato da Archeologia Viva, rivista di divulgazione scientifica edita dalla Giunti, che durerà fino al 24 febbraio. Saranno circa cento gli espositori, con molte presenze straniere, che proporranno itinerari pensati per turisti che non si accontentano dei viaggi 'mordi e fuggi'' e 250 i relatori che parleranno di grandi scoperte archeologiche e di promozione del patrimonio e del turismo culturale. Il salone propone, inoltre, laboratori didattici per i bambini e la possibilità di scoprire la tomba di Tutankhamon grazie alla realtà virtuale.
Al taglio del nastro erano presenti, tra gli altri, il direttore di Archeologia Viva Piero Pruneti, l'ex ministro per i beni culturali Antonio Paolucci, il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, lo storico dell'arte Philippe Daverio e il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani. «Abbiamo raggiunto il tutto esaurito degli spazi espositivi - ha detto Pruneti - Tourisma è ormai una potente realtà fieristica radicata in Toscana, ma anche in tutta la Penisola e nel continente europeo, tutto lascia pensare che la prossima edizione batta ogni record di partecipazione anche da parte del pubblico». Ospite di quest'anno «è la regione Sardegna - ha continuato - . È stata una bellissima iniziativa perché i sardi hanno portato le riproduzioni delle statue del monte Prama che si possono vedere nel parco del palazzo dei congressi». A tagliare il nastro di inaugurazione è stato il presidente del consiglio toscano Giani per il quale il salone «è un momento di confronto tra esperti e studiosi che ogni anno, attraverso un gemellaggio come quello con la Sardegna, permette di entrare dentro una civiltà del punto di vista storico e archeologico».