Firenze, 19 gennaio 2025 – Sale la preoccupazione nel quartiere di San Donato e in generale a Novoli, dove domani sera ci sarà il corteo per Ramy Elgaml, il 19enne morto in scooter a Milano lo scorso 24 novembre durante un inseguimento con i carabinieri. Domani, lunedì 20 gennaio alle 18, è infatti previsto un corteo a Novoli organizzato (e autorizzato dalla questura) dal movimento Saf, Studenti autorganizzati Firenze. Alla manifestazione sono previste almeno 300 persone, per lo più ragazzi degli istituti superiori fiorentini.
L’attenzione sarà massima, visti i precedenti e il clima di tensione che si respira in particolare tra le comunità straniere. Nei giorni scorsi, per eventi analoghi, non sono mancate le violenze a Torino, a Roma, dove il corteo si è scontrato con la polizia e a Bologna dove la manifestazione è sfociata in una notte di guerriglia urbana.
A Novoli sono già comparse numerose scritte che rimandano all’appuntamento di domani sera. "Ramy vive", si legge sui muri di Novoli. In calce, ancora, le coordinate per l’evento
“I condomini ringraziano sentitamente per lo splendido graffito. Ci domandiamo chi pagherà poi per imbiancare nuovamente tutto“, dice Roberto, un residente che abita a due passi dal viale Guidoni.
Francesca invece da tanti anni vive a pochi minuti a piedi dal polo universitario di Novoli: “Sono molto arrabbiata perché da alcuni giorni la nostra zona è stata deturpata da scritte di cui facevamo volentieri a meno. Va bene il diritto di protestare ma deve essere fatto in modo rispettoso e pacifico“. E ancora: “Come residenti di San Donato siamo tutti estremamente preoccupati, visti gli scontri che sono avvenuti nelle altre città; ci auguriamo che davvero prevalga il buon senso, ma ci piacerebbe che la sindaca Funaro dicesse due parole, visto quello che ci sarà domani sera nella sua città“.
Anche Antonio vive in zona e attacca: “Da quando ho saputo che ci sarà questo corteo sono molto in ansia. Quello che è successo nelle precedenti manifestazioni non mi rincuora per niente. Qui ci sono tantissimi negozi, tanti palazzi, tante famiglie e tanti lavoratori che chiedono solo di stare tranquilli“. “A chi chiederemo i danni se il nostro palazzo subirà danni?“, si chiede Elisa.
Alessandro lavora invece in uno dei negozi del centro commerciale e, anche lui, ha timore per l’evoluzione del corteo: “Fforse dovremmo chiudere prima il negozio; non lo sappiamo ancora ad ogni modo“. “Io sono in ansia per il mio negozio: mi chiuderò qui dentro, sperando che i manifestanti di domani siano pacifici e che nessuno voglia riversare la sua rabbia verso lavoratori o residenti della zona che non hanno alcuna colpa per quello che è successo a Milano”, conclude Silvia.