Pier Matteo
Fagnoni
Il testo dell’emendamento firmato Renzi-Biti ci lascia perplessi. Si crea un pericoloso precedente. In primis per il carattere generale nell’uso dello strumento della deroga per tipologia edilizia, un precedente che mette a rischio tanti altri manufatti che hanno la “colpa” di essere depositari di un valore storico, culturale e sociale ma che si devono confrontare con le esigenze contemporanee, quali teatri, stazioni, chiese e molti altri complessi edilizi. Un emendamento che appare inoltre iniquo rispetto a quanto viene chiesto a un normale cittadino che si trovi a intervenire su proprietà soggette a vincolo diretto o paesaggistico. Sul piano tecnico ci sono aspetti di difficile interpretazione, ad esempio, una volta stabilito cosa sia degno di conservazione da parte del Ministero, non è chiaro cosa si intenda per “conservazione o la riproduzione anche in forme e dimensioni diverse da quella originaria”, metodologia sconosciuta nell’ambito del restauro e risanamento conservativo. La delocalizzazione di frammenti del complesso (tipo la Torre di Maratona spostata in altro luogo) pone ulteriori interrogativi, in quanto è un’opzione usata molto raramente nella disciplina del restauro non solo per incompatibilità disciplinare, ma anche per le difficoltà tecniche e i costi intrinseci. Inoltre richiamare per ben due volte la remissività del valore culturale del monumento rispetto all’adeguamento alle norme di sicurezza significa non conoscere il grande lavoro di colleghi professionisti della Soprintendenza, che hanno sempre coordinato gli sforzi affinché fosse possibile coniugare il valore di tutela e la necessità di adeguamento alle norme di sicurezza e accessibilità. Il tema della rigenerazione urbana fatta anche con la trasformazione di complessi dal valore storico artistico, non si può affrontare per interessi specifici ma deve essere la conseguenza di una corretta pianificazione urbanistica in grado di garantire certezza ed equità a tutti, cittadini e investitori.
*Presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze