Firenze, 28 agosto 2022 - «Vuol sapere com’è la situazione delle case di riposo? Si fa presto, glielo dico subito: tragica". Va al sodo senza orpelli e premesse Franca Conte, presidente di Arat, l’associazione delle residenze anziani in Toscana, anche perché sono tempi talmente tosti che "c’è il rischio concreto che qualche struttura possa non riuscire più a restare aperta". Con tutto quel che ne consegue.
Non solo bar, ristoranti e fabbriche. Le bollette impazzite si abbattono come mannaie anche sulle Rsa e i vertici non sanno più a che santo votarsi dopo le mazzate dell’aria condizionata e lo spettro dei termosifoni che tra un paio di mesi saranno giocoforza accesi.
"Avevamo già grossi problemi prima con le rette e le quote sanitarie ferme dal 2009 – argomenta Conte ora la situazione è precipitata e c’è il rischio concreto che, se la Regione non la smette di far finta di non sentire, nuovi costi ricadano sulle famiglie. La retta media per tenere un anziano in una residenza assistita è di 106 euro al giorno, più di tremila al mese (che si riducono a 1.500 per le famiglie che hanno la convenzione). In concreto i costi potrebberi lievitare anche di 150 o 200 euro al mese per ogni ospite, una media di 2.000 euro all’anno in più. Cifre mai viste e che fanno tremare i polsi a tutti gli ’addetti ai lavori’. "Lunedì (domani ndr) abbiamo in programma un incontro con gli altri operatori del settore per confrontarci" dice Conte.
E il passaggio successivo? Tornare a bussare – con più forza – alle porte della Regione. "E stavolta devono ascoltarci, siamo pronti a incatenarci finché non saremo ricevuti da chi di dovere. – insiste Conte – Perché qui c’è il rischio concreto di non andare avanti". I costi, spiegano dalle Rsa, non fanno altro che aumentare.
«Nelle strutture che seguo personalmente in Toscana – prosegue Conte – ci sono circa 12mila addetti per 13mila posti letto, praticamente un dipendente per ogni ospite. Le spese, a prescindere dalle utenze, sono sempre più alte anche perché il personale non si trova più e se prima un infermiere prendeva 2mila euro al mese ora gioca al rialzo e ne chiede 3mila altrimenti se ne va".
Gli scenari cupi sono confermati in toto da Massimo Mattei, ex assessore della giunta Renzi e imprenditore nel settore dell’assistenza agli anziani. "Le bollette sono triplicate e in una casa di riposo con anziani non si possono tagliare i costi – premette – Mi spiego meglio, un dipendente pubblico può anche lavorare in un ufficio con un paio di gradi in meno se indossa un maglione in più, ma in una Rsa dove si passa dall’aria condizionata al riscaladamento nel giro di poche settimane è impensabile. Prima una struttura media spendeva circa 60mila euro l’anno di utenze, ora si prevede che saliranno a 150mila. Costi destinati a ricadere purtroppo sulle famiglie degli ospiti a meno che, come auspico, non vengano ritoccate finalmente le quote dalla Regione o non si faccia quanto prima un bonus energia ad hoc per le case di riposo".