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Covid, l'Ordine dei medici di Firenze: "Piazze piene, ma sono pieni anche gli ospedali"

Dall'Ordine dei medici l'appello ad evitare gli assembramenti. "Diteci voi cosa dobbiamo fare. Qualcuno ci indichi la strada, perché come medici abbiamo sempre lavorato per curare una società che non vuole ammalarsi"

Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze

Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze

Firenze, 26 aprile 2021 - "E' chiaro che ora le priorità sono cambiate o non si spiegherebbero le folle per le strade. La tutela della salute è uno dei pilastri della nostra Costituzione, ma quel principio sembra essere confinato solo nei reparti ospedalieri. Diteci cosa rispondere alle famiglie che ci chiamano, agli anziani rimasti soli che guardano fuori dalla finestra. Noi le parole le abbiamo finite". Lo scrive, in una lettera aperta, il presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Firenze, Pietro Dattolo, in cui si racconta la situazione degli ospedali, ancora sotto pressione per l'emergenza Covid, in contrapposizione con le immagini degli assembramenti registrati nei week end.

"Diteci voi cosa dobbiamo fare. Qualcuno ci indichi la strada, perché come medici abbiamo sempre lavorato per curare una società che non vuole ammalarsi, che si rivolge ai professionisti perché ha paura di soffrire, di perdere i propri cari", scrive Dattolo che racconta, con partecipazione il divario tra il 'dentro e il fuori' dell'ospedale ."E' quasi notte - recita l'intimo racconto del medico - ma le tapparelle della finestra rimangono a mezza altezza. Stiamo cercando di salvare una donna di 50 anni, ha avuto una crisi. Non riesce più a respirare. Le infiliamo il tubo lungo la trachea per farle arrivare l'ossigeno. Dopo ore la visiera è appannata per il sudore, ma non possiamo sbagliare nessuna manovra. Ha il petto scoperto, le rimettiamo gli elettrodi. Osserviamo le luci verdi dell'elettrocardiogramma. Il Covid e la polmonite le stanno togliendo la vita. Passa mezz'ora e ci chiama sua figlia da casa, vuole sapere come sta".

"Non possiamo mentire, ma non abbiamo una risposta, lei continua a chiedere. Rimane in attesa ed è un lungo silenzio che fa male al cuore. Nel corridoio ci sono poche luci accese, si sentono le sirene di un'ambulanza mentre si sta fermando davanti al pronto soccorso. Ci guardiamo attorno, le stanze sono tutte piene. Dovrà restare in attesa. C'è un'altra crisi cardiaca nella camera 3, due infermieri avvolti nella plastica blu corrono a dare una mano. In fondo al corridoio qualcuno ha acceso il televisore. Vediamo le piazze stracolme di ragazzi e manifestanti, mascherine abbassate, bottiglie in mano, resse. Grandi risate. Arriva un'altra ambulanza. Questa volta si è liberato un posto letto, un decesso nella stanza 11. Si ricomincia".