Firenze, 10 aprile 2021 - La filosofa Elena Pulcini, studiosa delle passioni nella vita individuale e delle patologie sociali della modernità, è morta ieri all'età di 71 anni per le complicazioni del Covid all'ospedale Santa di Maria Nuova a Firenze. Insegnava filosofia sociale come professore ordinario al Dipartimento di Filosofia dell'Università di Firenze, in pensione dallo scorso 1° novembre. A dare l'annuncio della scomparsa proprio il suo Ateneo, che la ricorda come una "intellettuale colta e raffinata", che è stata "protagonista intelligente e sensibile anche della vita culturale e del dibattito pubblico del nostro paese".
Era nata il 10 marzo 1950 a L'Aquila e si era laureata in storia delle dottrine politiche nel 1974 all'Università di Firenze, per perfezionarsi all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e conseguire il dottorato all'Università Paris III - Sorbonne Nouvelle, dove ha poi iniziato la carriera accademica di docente. Dal 1991 è stata professore all'ateneo fiorentino. Pulcini ha posto al centro della sua ricerca il tema dell'individualismo moderno e delle forme del legame sociale, sviluppando anche riflessioni sull'identità del soggetto femminile, sulla filosofia della globalizzazione, fino ai temi della cura, della vulnerabilità e della responsabilità. Nell'ultimo decennio si era dedicata con passione ai temi della crisi ecologica e delle sfide globali intrecciando rigore scientifico e impegno civile. In questo ambito aveva proposto una filosofia della cura per l'età globale. Tra i suoi lavori più recenti, alcuni dei quali tradotti nelle principali lingue europee, figurano "L'individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale" (2001), "Il potere di unire. Femminile, desiderio, cura" (2003), "La cura del mondo. Paura e responsabilità nell'età globale" (2009, primo Premio di Filosofia 'Viaggio a Siracusa'), "Tra cura e giustizia. Le passioni come risorsa sociale" (2020), tutti pubblicati con Bollati Boringhieri.