FABRIZIO MORVIDUCCI
FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

"Creatività contro la crisi". La ricetta di Chiara Boni per rilanciare la pelletteria

La stilista ha raccontato la sua esperienza agli studenti della Fondazione Mita "Manualità e cervello devono andare sempre d’accordo per avere risultati" .

Un momento della serata con la stilista di fama internazionale Chiara Boni

Un momento della serata con la stilista di fama internazionale Chiara Boni

"Per uscire dalla crisi? Tanta creatività e un modo per salvare ‘le mani’, che sono la vera qualità della filiera". La stilista Chiara Boni ha incontrato l’altra sera gli studenti della fondazione Mita per un approfondimento a tutto tondo sul mondo della moda, ma anche sulla storia della moda che ha accompagnato questa fiorentina illustre sulle passerelle di tutto il mondo. All’evento, organizzato dal Rotary di Scandicci, hanno preso parte la sindaca, Claudia Sereni, la direttrice del Mita, Antonella Vitiello, le ragazze e i ragazzi che stanno frequentando i corsi della fondazione Its in un momento che per il distretto della moda è a dir poco difficile.

"Nella moda – ha detto Chiara Boni – il lavoro è diviso in due parti fondamentali che devono andare d’accordo. La manualità e ‘il cervello’. Non è un caso se i principali brand si tengono strette le professionalità. In una fase così difficile come può uscirne il distretto? Con una produzione di qualità e con un ritorno alla creatività. Mi viene in mente un brand che sia espressione di questa filiera; potrebbe essere un modo per uscire dalle difficoltà e dalla sudditanza dei grandi marchi". Spunto della serata è stata l’autobiografia di Chiara Boni, ‘Io che nasco immaginaria’, edito da Baldini e Castoldi. Un libro che racconta una storia d’impresa, ma anche e soprattutto una storia di vita. Il percorso creativo di una donna che è passata dall’accompagnare la mamma dalle sarte d’alta moda di Firenze che confezionavano a mano abiti di un’eleganza codificata, quasi nobiliare, ai fermenti della Londra capitale della tendenza negli anni ’60. Tra minigonne, vintage d’autore, e abiti della beat generation, Chiara Boni trova la sua vena creativa. "Adesso tocca a voi – ha detto la stilista agli studenti – è il vostro momento di fare, di osare, di proporre una rivoluzione nel costume. La nostra generazione si è espressa, ha dato il suo contributo. Questa è la vostra stagione".

E Chiara Boni ha attraversato mode e tendenze, dalla contestazione agli anni di piombo, dagli anni ’80 della Pop Art, e della Milano da bere, fino al clima pesante di Tangentopoli. La sua vita privata è stata segnata dall’incontro con tante personalità del mondo della cultura, dell’arte, della creatività. La sua firma professionale è la incredibile Petite Robe, abito in jersey elastico che è diventato iconico, indossato da personaggi del jet set mondiale. Una grande storia tutta al femminile, quella di Chiara Boni, che da Firenze è arrivata lontano nel mondo.

Fabrizio Morviducci