
I Cricket’s Lullaby ovvero Giacomo Aloigi, Sara Modesti e Stefano Magnaschi; il gruppo presenta il nuovo disco ’Dissolution’ il 4 aprile a Libraccio
"Abbiamo chiamato il nuovo disco ’The Dissolution’ per sottolineare che in questo momento storico è in atto la dissoluzione di un mondo che, per la nostra generazione, che ha vissuto un prima e un dopo la rivoluzione tecnologica, ha stravolto il nostro modo di vivere e ormai anche di pensare. Non a caso la copertina del doppio Lp è stata generata dall’intelligenza artificiale". É appena uscito per la Boronia Schallfolien il nuovo doppio album dei Crickets’ Lullaby, ’The Dissolution’. A rinforzare il trio fiorentino, formato cinque anni fa dal chitarrista e anima dei Magic Candle Corporation Giacomo Aloigi, dal chitarrista dei Soul Hunters Stefano Magnaschi e dalla vocalist Sara Modesti, stavolta ci sono altri importanti musicisti toscani, come Maurizio Fasolo dei Pankow, Andrea Chimenti, il trombettista Nicola Cerlai, il chitarrista Tommaso Damiano, il batterista Thomas Coccolini, l’ex contrabbassista della Scala di Milano Alessandro Saccone e l’ex Diaframma e Soul Hunter Nicola Vannini, che fa un intervento in un brano.
Giacomo, il prossimo concerto?
"Il 4 aprile alle 18 presentiamo con Bruno Casini l’album al Libraccio di Via de Cerretani, dove suoneremo anche qualche brano. Per il live vero e proprio si dovrà attendere l’8 maggio al Brillante - Circolo Lippi, quando eseguiremo per intero il nuovo album".
Ci sarà spazio per qualche brano del vecchio disco?
"Certo, fra l’altro, a differenza del nostro primo lavoro, che era un concept, il nuovo è un album di canzoni che rappresentano un connubio equilibrato tra il rock ‘70-’80, sonorità più contemporanee, con soluzioni elettroniche, un pizzico di kraut rock, ma anche un po’ di folk". Vi trovate bene nell’underground fiorentino?
"Con Nicola, Maurizio e Andrea, che ne erano alfieri negli anni ’80 benissimo. Sicuramente l’underground fiorentino c’è anche oggi, ma i gruppi giovani oggi fanno fatica a venire fuori perché a Firenze non ci sono gli spazi per farli crescere creativamente. E poi la gente preferisce il concerto-evento della star affermata, mentre ai nostri tempi si andava a vedere anche i gruppi che non conoscevano, ma che ci stimolavano. La realtà è cambiata, bisogna prenderne atto. Per quanto ci riguarda, i Crickets’ Lullaby sono mossi dalla passione di fare la musica che ci piacerebbe ascoltare".