Droga, estorsioni, riciclaggio e traffico di rifiuti: dove colpisce la criminalità organizzata in Toscana

La relazione della Direzione investigativa antimafia evidenzia che “nessuna provincia può ritenersi esclusa quantomeno dalla presenza stabile di soggetti collegati con clan attivi in Campania”

Indagini della Direzione investigativa antimafia

Indagini della Direzione investigativa antimafia

Firenze, 18 giugno 2024 – Camorra, ‘ndrangheta e mafia in Toscana. Dalla relazione semestrale 2023 della Direzione investigativa antimafia (Dia) emerge l’attività della criminalità organizzata nelle sue varie forme: droga, estorsioni, riciclaggio e traffico di rifiuti per le mafie italiane; droga, prostituzione, reati predatori e merci contraffatte per i clan stranieri. Invece la criminalità estera è rappresentata in particolar modo da albanesi, romeni, cinesi, magrebini e nordafricani in genere, i quali si avvalgono come manovalanza di soggetti in stato di bisogno o irregolari in Italia. Le cosche straniere, soprattutto albanesi, che hanno una leadership nel traffico internazionale di droga, “non disdegnano di stringere alleanze criminali - scrive la Dia - con esponenti dei sodalizi italiani”.

La camorra in Toscana si dedica a estorsioni - sia contro soggetti della Campania sia toscani -, a traffico e smaltimento illecito di rifiuti, traffico e spaccio di droga, riciclaggio di denaro sporco in attività immobiliari o imprenditoriali, specie nel settore turismo-alberghi. La camorra negli ultimi periodi risulterebbe in prevalenza interessata in Toscana agli stupefacenti e alle estorsioni, a partire dal capoluogo Firenze. Per la Dia c'è radicamento di soggetti legati alla camorra stanziatisi in larga parte della regione, in Valdarno Superiore, Valdinievole, Maremma, Versilia. "Nessuna provincia - evidenzia la Dia - può ritenersi esclusa quantomeno dalla presenza stabile di soggetti collegati con clan attivi in Campania”.

La 'ndrangheta calabrese continua a mostrarsi nel territorio della Toscana in estorsioni, stupefacenti, smaltimento illecito di rifiuti e frodi fiscali. Tra le cosche straniere, quelle albanesi hanno "un'alta pericolosità e una forte incidenza nelle attività illegali, con particolare riferimento al traffico di droga”, “consorterie sorrette da una forte componente solidale, rafforzate spesso da legami di parentela”.

Il porto di Livorno è loro hub per sbarcare ingenti carichi di stupefacenti. I clan magrebini e nigeriani, impegnati soprattutto in droga, ci sono in quasi tutte le province; si dedicano anche a sfruttamento della prostituzione e merce contraffatta. Altri gruppi criminali sono composti da romeni e le cinesi. Quest'ultima ha ruolo primario in molte attività, specie nel distretto tessile-abbigliamento-moda di Firenze-Prato-Pistoia, si occupa di merce contraffatta o non conforme alle norme Ue, evasione fiscale e Inps, favoreggiamento di immigrazione clandestina e sfruttamento di manodopera irregolare, reati estorsivi e predatori verso i connazionali.