MATTIA LUPINI
Cronaca

Crisi dei fuorisede: "Un anno di attesa per trovare un posto"

Salgono le spese: "Ci salviamo grazie alla mensa"

Crisi dei fuorisede: "Un anno di attesa per trovare un posto"

C’era una volta l’età dei vizi, della spensieratezza e dei sogni d’indipendenza. Oltre il giogo genitoriale, il miraggio di una vita universitaria in città con le feste in primo piano e lo studio sullo sfondo. I giovani d’oggi? Gli stessi di un tempo, spinti dalle medesime pulsioni adolescenziali nel filo delle prime responsabilità, ma catapultati in un presente affossato tra le difficoltà di una città divenuta quantomeno inospitale. Il costo della vita fiorentina non sembra conciliarsi con le necessità di molti studenti, oramai ridotte all’osso tanto da farli discostare da quanto ritenuto superfluo.

Così studenti e studentesse scoprono una città ostile alla loro giovane età, inaccessibile e proiettata ai portafogli stranieri certamente più gonfi. "Vengo da Pontedera, e dopo un anno da pendolare ho deciso a settembre di spostarmi in città - racconta Leonardo, 20 anni, studente di Lettere Moderne -, adesso abito in via Modena dove spendo 430 euro per una stanza singola, bollette incluse". Una spesa contenuta grazie al contratto di locazione di natura transitoria per studenti, frutto dell’Accordo Territoriale della città di Firenze. "La situazione è ingestibile per il caro vita. Tra affitto e spese varie arrivo facilmente a 700 euro, e questo grazie alla borsa di studio Ardsu che mi garantisce un pasto gratuito alle mensa universitaria. Non lavorando devo fare attenzione alle spese, soprattutto per quanto riguarda i trasporti nel periodo in cui devo tornare a casa".

Se gli immobili privati rivestono la prima linea delle soluzione per i fuori sede, una buona parte si affida alle residenze universitarie, certo non esenti da problemi: "Per non gravare troppo sulla mia famiglia ho aspettato più di 12 mesi per avere un posto, i tempi di attesa sono terribili" racconta Luciana, studentessa di 26 anni originaria di Mergo, in provincia di Ancona, attualmente residente nel plesso ”Mario Luzi” a Novoli. Pur essendo disposta a lavorare, molti privati hanno deciso di non affittarle casa essendo in graduatoria per la residenza universitaria: "La maggior parte decide di non affittare per pochi mesi guardando al lungo periodo. Sono rimasta a piedi e in attesa del bilocale ho dovuto fare un anno da non frequentante studiando da casa, venendo in città solo per gli esami. Adesso sono contenta di questa sistemazione, la residenza è ben organizzata con aree studio e lavanderia a gettoni".

Una situazione sostenibile, ma vincolata agli imprevisti che ogni mese porta con sè, dai libri da comprare alle visite mediche, passando per il consueto svago tra le vie del centro: "Non possiamo privarci di qualche acquisto o cena fuori, dedicarci solo allo studio sarebbe deleterio. Le mie uscite passano dalla mensa: è un gran risparmio, perciò più vado e più posso concedermi qualche fisiologico vizio". Ai ben noti luoghi di vita notturna fiorentina c’è chi guarda oltre: "Venendo da un piccolo paese di provincia mi piace esplorare anche zone meno conosciute - continua Luciana -, e qua cambia tutto: già verso Scandicci i prezzi sono più ragionevoli".

Il cambio di paradigma obbliga la gioventù ad adeguarsi agli standard di una città per molti tratti divenuta inaccessibile. Sempre più turisti popolano vie e piazze, mentre gli studenti scelgono le proprie case come improvvisati pub a buon prezzo. Sebbene il focus della laurea rimanga al centro dell’attenzione dei più, aleggia fra i rioni la delusione verso una realtà ben diversa dalle aspettative del tempo liceale, riassunte dalle parole di Leonardo: "Il desiderio di vivere a Firenze si è scontrato con la realtà dei fatti. Ci ritroviamo spesso per studiare e qualche volta usciamo per le vie del centro, ma questi prezzi ci obbligano a fare delle scelte".