ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Task force con quote rosa? No grazie: "Chiamateci solo per i nostri meriti"

L’attrice Cristiana Capotondi: non mi scandalizzo che non ci siano donne nei comitati, ai vertici dell’Europa ci siamo noi

Cristiana Capotondi

Firenze, 3 maggio 2020 -  "Se guardiamo l'Europa, abbiamo tre donne impegnate in ruoli apicali che stanno gestendo questa pandemia”. L'attrice Cristiana Capotondi, che da un anno e mezzo ha trasformato la sua passione in un impegno in prima linea nel mondo del calcio da vicepresidente di Lega Pro, non condivide il pensiero femminile diffuso sul ruolo marginale cui sono state relegate le donne nei processi decisionali in questa pandemia. “La Merkel, oltre a essere cancelliere tedesco, ha un'autorità rilevante nelle decisioni sui destini europei, Lagarde è presidente della Banca centrale europea, von der Leyen è presidente della Commissione Ue e rappresenta il popolo europeo: sono tre donne che hanno un ruolo di grande rilievo nel governo della pandemia”.

Però in Italia...

“Abbiamo un presidente del consiglio e i ministri degli Affari regionali e della Salute che sono uomini. E' sempre difficile generalizzare, ma per sentimento personale, mi sentirei di parlare di genere con una proiezione più ampia. La visione, la gestione, la costruzione di qualcosa da zero, mi pare che appartenga più al mondo maschile. Le donne sono più brave a concretizzare, rappresentano la madre terra”.

Non le stona che nessuna donna sia stata coinvolta nel comitato scientifico mentre nella task force per il dopo lockdown, su 17 professionisti ne siano state arruolate solamente 4?

“Non sono state scelte donne per alcuni ruoli. Ma in altri sono più presenti degli uomini. Quella della donna è una storia sociale relativamente nuova. Siamo sul palcoscenico da cinquant'anni, quindi con una presenza reticolare all'interno di tutte le professioni ancora da espandere. Per alcuni ruoli è più facile trovare uomini. Ma le donne sono molto attente e preparate, quindi non tarderanno ad arrivare”.

Però l’80% del personale sanitario è costituito da donne. Che sono state e sono in trincea nella risposta sanitaria all’emergenza.

"Assolutamente sì, la figura femminile è impegnata in prima linea nella battaglia sanitaria ma anche all'interno della famiglia. Fanno smart working e si occupano di tutto: dell'organizzazione della casa, dei figli, del mantenimento dell'equilibrio familiare, cosa molto ardua in questo momento”.

La ministra per le Pari Opportunità ha deciso di istituire una task-force tutta al femminile che si occuperà di mitigare l'impatto sociale ed economico della pandemia. Ma sembra più un'operazione di 'pinkwashing', un ruolo più che integrato, parallelo nel processo di partecipazione...

"Non ne farei un discorso di genere, l'importante è uscirne nel miglior modo possibile. Poco importa se i migliori contributi in questa fase arrivano da uomini o da donne. Ribadisco la mia tesi sulla messa a terra, sulla realizzazione: le donne stanno facendo un grande sacrificio e un grande lavoro che esalta appieno il valore della femminilità”.

Anche se negli ultimi anni c'è più partecipazione delle donne anche nella politica, non si è trasformata in rilevanza. Anche per lei nel mondo del calcio non è stata da subito tutta in discesa...

"Spesso si generalizza. Nel mondo del calcio non ci sono molte donne perché tante non sono interessate all'agomento. Ma in Lega e in Federazione è pieno di donne con ruoli, magari non politici, ma strategici e importanti. Donne che hanno aperto la strada anche al mio ingresso. Ma io non ho trovato note di maschilismo, piuttosto un certo scetticismo, una sorta di 'nonnismo', un sano principio di battesimo rispetto all'arrivo di una persona in un mondo nuovo. E credo che anche qui il lavoro integrato di uomini e donne stia dando risultati importanti”.

L'opportunità di cambiare le cose talvolta parte proprio dall'emergenza: cento anni fa la Grande Guerra determinò un terremoto sociale che fece entrare per la prima volta le donne in fabbrica. Oggi quale prima volta ci aspetta?

"Le donne escono da protagoniste dentro e fuori casa, ma mi auguro che sempre di più si darà valore alla persona. Oggi negli ospedali, come al governo, nei ministeri, si valuterà la capacità di lavorare e la tenuta psicologica di fronte alla forte pressione emotiva e sociale di questi mesi. Emergerà il vero valore delle persone, a prescindere dal genere. Verranno fuori talenti. E si valorizzeranno. Lo spero”.

Però le ripercussioni della pandemia rischiano anche di far fare un passo indietro nel lavoro alla donna che è impegnata in misura maggiore di tre volte rispetto agli uomini nella gestione della famiglia...

“Spero che il nostro Paese, una democrazia evoluta, fondata sul lavoro, non permetta che si verifichi uno scenario del genere. Servono strutture e misure di sostegno. Che anche con le scuole chiuse permettano alle donne di tornare alla loro occupazione e alle loro legittime ambizioni professionali. E vero che ognuna di noi, in questo momento, è tornata a occuparsi della casa, senza aiuti. Io ho stirato, lavato, pulito casa, preparato da mangiare e ho riscoperto tante cose. Ma un conto è fare una scelta, un altro discorso è essere obbligati a tenere insieme la dimensione familiare e la vita lavorativa”.

Crede che da questo periodo di convivenza forzata le coppie escano più forti o spezzate, in alcuni casi anche da episodi di violenza?

“Entrambe le cose. Si esce o più forti o più fragili. Alcuni rapporti si sono rinsaldati trovando nuove armonie, altri si sono incrinati definitivamente. E' importante abbassare la temperatura delle dinamiche familiari più complesse per evitare punti di non ritorno. E anche avere il tempo per ragionare sulle scelte fatte. E' un momento ideale per analizzare nella sua purezza la dinamica di coppia perché non ci sono stimoli esterni”.

Dopo come saremo, che mondo sarà?

“Tutto dipenderà da quante persone non resteranno travolte dalla pandemia. Mi aspetto reazioni di persone che avranno fatto tesoro di questa situazione, utilizzando il tempo per immaginare un mondo più solidale e coeso. Altri che si rinchiuderanno ancora di più in loro stessi. E' un momento in cui si svela l'animo umano, ciascuno tirerà fuori la sua vera personalità e la capacità di tenuta”.