Crollo nel cantiere a Firenze, le prime testimonianze

La polizia giudiziaria ha sentito alcuni tecnici responsabili dei lavori nel cantiere di via Mariti. A ora sono stati interrogati come persone informate sui fatti

Firenze, 22 febbraio 2024 – Vanno avanti le indagini per ricostruire la dinamica del tragico incidente sul lavoro avvenuto nel cantiere Esselunga in via Mariti a Firenze. Ieri, 21 febbraio, i vigili del fuoco, dopo giorni di ricerche ininterrotte, hanno trovato il corpo dell’ultimo operaio disperso. Cinque i lavoratori che hanno perso la vita: l’addetto alla betoniera Luigi Coclite, 59 anni, e i carpentieri marocchini Taoufik Haidar, 43 anni, Bouzekri Rahimi, 56, Mohamed El Ferhane, 24, e il tunisino Mohamed Toukabri, 54 anni. Tre i feriti che sono stati ricoverati a Careggi, sono testimoni del drammatico incidente che ha sconvolto l’intera città venerdì scorso alle 8.52 del mattino (Il momento del crollo, cos’è accaduto). 

Ma la polizia giudiziaria ha sentito anche alcuni tecnici responsabili dei lavori nel cantiere: secondo quanto emerge, a ora sono stati interrogati come persone informate sui fatti, cioè come testimoni ascoltati per le prime informazioni. Lo si apprende a margine dell'inchiesta condotta dalla procura fiorentina per omicidio plurimo colposo e disastro colposo sul cedimento strutturale di via Mariti che ha causato cinque morti e tre feriti gravi il 16 febbraio. Non è escluso che altri tecnici vengano sentiti e che gli stessi siano interrogati di nuovo nel prosieguo dell'inchiesta.

Secondo quanto emerge, fra i tecnici già sentiti risulterebbero quelli incaricati della direzione dei lavori, quelli della progettazione e direzione delle opere strutturali, il responsabile dei lavori ex d.lgs 81/2008. I loro verbali come persone informate sui fatti sono raccolti dagli organi di polizia giudiziaria, fra cui anche la Asl Toscana Centro con il Dipartimento di prevenzione degli infortuni sul lavoro, e vengono messi a disposizione dell'inchiesta aperta in procura.