STEFANO BROGIONI
Cronaca

Cantiere di via Mariti, sette mesi di indagini: due betoniere poi il crollo. Caccia all’errore nella trave

Dal cedimento del dente al collasso per il peso, ma ancora nessun avviso. Una consulenza affidata a un ingegnere guiderà le prossime mosse dei pm

Firenze, 18 settembre 2024 – Alla seconda betoniera di cemento della “gettata“, la trave ha ceduto. Perché? Sette mesi di indagini sul crollo del cantiere di via Mariti non hanno messo ancora un punto alla tragedia costata la vita di cinque operai. Ma dopo sette mesi di accertamenti, interrogatori, e soprattutto grazie a una consulenza che a breve potrebbe orientare i pm nelle loro prossime mosse, ancora top secret, sui tavoli della procura qualcosa di concreto c’è.

Per molti esperti della materia, la chiave del crollo sta tutta in quella trave «sbagliata», un gigante lungo circa venti metri e pesante cinque tonnellate.

Che la dinamica che ha innescato il crollo (che gli esperti definiscono “pancake“, quando la struttura cade su stessa) abbia avuto l’elemento scatenante nel sostegno - il cosiddetto dente -, è un altro elemento pressoché assodato: anche il video, uno dei tanti acquisiti nel corso delle indagini, dimostra il momento in cui, dall’esterno, si nota l’inizio del cedimento della mensola e il via alla caduta del solaio su cui gli operai stavano lavorando. Chi era in alto è riuscito a salvarsi, dopo essere arrivato al vicino pronto soccorso di Careggi inzuppato nel cemento fresco. Non hanno avuto scampo quelli sotto: dall’esperto “capobetoniera“, Luigi Coclite, agli operai in distacco Mohamed El Ferhane, Mohamed Toukabri, Bouzekri Rahimi, Taoufik Haidar.

Tra i tanti punti da chiarire, anche quello della sicurezza: è normale che si trovassero contemporaneamente in quel punto del cantiere, professionalità diverse? C’è stato il giusto coordinamento?

La tragedia di via Mariti è cominciata esattamente alle 8.52 del 16 febbraio, un venerdì mattina che avrebbe dovuto essere un giorno come tanti altri, nell’area che avrebbe dovuto ospitare un nuovo supermercato Esselunga.

Il corpo trave aveva qualcosa che non andava. Forse già a livello progettuale. Un indizio è proprio quella “minima“ aggiunta di peso (rispetto ai carichi definitivi previsti), rappresentata dalla gettata: il lavoro non era ancora terminato, altro cemento avrebbe dovuto essere steso e di conseguenza il peso complessivo di quel piano sarebbe stato ancora più grande. Eppure, è bastato quel “poco“, a far crollare lo scheletro di prefabbricato.

Ma la trave incriminata (e quando si parla di trave bisogna considerare anche i suoi sostegni), è caduta o è scivolata? Era ben montata? Era fissata? Queste sono altre risposte che potranno arrivare dalla superconsulenza che i pubblici ministeri Francesco Sottosanti ed Alessandra Falcone hanno affidato all’ingegnere Stefano Podestà.

Non solo: in questi mesi sono stati valutati anche i materiali con cui è stata realizzata la trave. Tanto che, nello stabilimento di Piacenza della Rdb Italprefabbricati, gli inquirenti sono andati a sequestrare una trave gemella. Proprio per studiarne le caratteristiche e le sue “performance“.

Ora, nell’ex panificio militare si avvicina un nuovo inverno. Alcune ditte hanno ottenuto il via libera ad andarsi a riprendere i propri macchinari bloccati in un’area ancora sotto sequestro. E chissà per quanto lo sarà. Se qualcuno ha visto persone dentro, può darsi che siano gli addetti alla manutenzione del grande scavo, che nella stagione dell’abbondante pioggia si è allagato, con le inevitabili poco salubri conseguenze per chi abita nei dintorni.