LINDA COSCETTI
Cronaca

Crollo del cantiere a Firenze, la barista: "Alle 6 erano a prendere il caffè e sorridevano..."

Ludiana la barista figlia di un muratore immigrato. I residenti: "Il boato e le urla"

Ludiana, la barista che ha fatto la colazione agli operai del cantiere distrutto

Ludiana, la barista che ha fatto la colazione agli operai del cantiere distrutto

Firenze, 17 febbraio 2024 – “Anche oggi alle 6, come sempre, prima di entrare a lavorare, sono venuti a prendere il caffè. Anzi, cappuccino e pasta e pagavano con la carta. E poi...". Il boato, il crollo, la morte. Ludiana non trattiene la commozione. Ha 26 anni, albanese, figlia di muratore e dipendente del bar-tabacchi, in via Ponte di Mezzo, proprio difronte al cantiere crollato. Ricorda i sorrisi e la fatica degli operai che passavano da lei per la colazione prima di salire sul bisonte di cemento per l’ennesima giornata di lavoro. Ieri per alcuni è stata l’ultima.

“E’ atroce sapere che ci sono famiglie che non sanno ancora che il loro padre, fratello o figlio è morto mentre lavorava" continua Ludiana e ricorda: "Quando mio padre è venuto in Italia nel ’98 e non c’era la possibilità di telefonare, quando passavano due settimane e non lo sentivamo io e mi mamma andavamo a pregare in chiesa. Non si può morire sul lavoro. Deve finire questa storia. Queste persone che ogni giorno venivano a lavorare era per mandare a casa i soldi per mangiare – continua con la voce rotta –. Erano ragazzi di orgine marocchina, palestinese, rumeni, nessuno parlava italiano. Tutti bravissimi ragazzi non conosco i loro nomi e vorrei che non fossero numeri, ma che potessimo dare loro un nome", conclude.

L’intero quartiere di Ponte di Mezzo è sconvolto dall’accaduto: prima il boato, poi le urla degli operai che cercavano di salvarsi. "Sembrava un terremoto all’inizio. Poi la fumata di polvere di cemento. E urla. Urla così forti che ancora le sento nelle orecchie" sono le parole di Paola Bellucci, parrucchiera di via Mariti.

"Ero al bar, ho sentito il boato e il terreno ha iniziato a tremare. Poi silenzio per qualche minuto, fino all’arrivo dei soccorsi che sono stati molto rapidi", dice Mariangela Candela. "Sono sconvolto. Ero già in negozio quando ho sentito lo schianto. Mi sono affacciato e mi dicevano ’C’è gente sotto, chiamiamo i soccorsi’", aggiunge Vincenzo Bassolino, proprietario della ’gioielleria Firenze’. "Mio marito mi ha chiamato scioccato, sono corsa subito. Ho pregato che non ci fossero morti", conclude con le lacrime sul viso la moglie Maria Assunta Conte.

L’intero vicinato ha sentito quel crollo e tutti sono sottosopra e senza parole per l’accaduto. "Tremava il pavimento, siamo usciti fuori sul marciapiede, dal mio bar non si vedeva niente. Crollo e polvere. Dopo dieci minuti di urla e grida i soccorsi sono arrivati tempestivamente. Il primo pensiero va agli operai, per lo più stranieri, e alle loro famiglie e a tutti i sacrifici che stavano facendo, compreso quello di stare lontani dai proprio affetti per riuscire a portare soldi a casa", testimonia Stefani Sacchi, proprietaria del bar all’angolo tra Via Mariti e via Giovanni da Empoli. Dal suo bar era visibile anche che mancava un finestrone di cemento crollato a seguito del grande schianto.

"Avevo appena parcheggiato il motorino, ero al lato opposto rispetto al crollo, ma il botto è stato talmente forte che si è sentito ovunque. Mi sono affacciato alla rete verde del cantiere e ho visto operai che correvano in un’unica direzione e le urla" dice Tiziano Galli proprietario della merceria di via Ponte di Mezzo.